Tutto è secco fuori del nostro cuore: e questo non si esercita
mai: vada al diavolo la società. Addio, Cariuccio. Salutami tutti.
Caro Carlo. Ier sera ricevetti il tuo piego colla tua lettera
acclusa. In questo momento ho presentato il piego a D.
Marianna, la quale insieme col marito è rimasta molto sorpresa
e, com’essa dice, confusa di questo tuo regalo: ha riso dell’at-
tenzione che hai avuta di scriverci Teatro Argentina ec. e m’ha
pregato molto di ringraziarti, aggiungendo che prova pena in
accettare questo tuo dono, considerando la gran fatica che ti
dev’esser costato, l’eleganza dell’esecuzione, la spesa ec. Andava
a presentarlo a Marietta, dicendo di volerlene fare un’improv-
visata. Io ti scrivo in grandissima fretta. Già ti scrissi coll’ul-
timo, e m’accorgo d’essermi dimenticato di parlarti del tuo piego,
che ancora io non avea ricevuto. Ti scriverò poi con più agio,
e di questo e dell'altre cose delle quali ti parlai nell’ultima mia.
Sono molto affaticato e stanco, massimamente che questa matti-
na ho dovuto contentarmi di non pranzare quasi affatto. Voglimi
bene e scrivimi, ed aspettami, per quanto io sento, fra poco.
Caro Buccio
Dopo l’ultima tua sto in aspettazione ad ogni momento di sentire
che hai avuto un posto di Cane.6 del Censo. Tu ne consideri la pro-
babilità come molto lontana, ma io son di tutt’altro parere, non per
le assicurazioni dei Zii, ma perchè abbiamo visto coll’esempio di
Camillo,1 che quando la prima istanza ha un buon appoggio, l’insi-