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Di Barthold Georg Niebuhr. |
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[Roma, Palazzo Savelli, li 11 di Marzo 1823.] |
Signor Conte pregiatissimo
Trovata questa mattina una favorevole occasione, parlai di Ella al
Cardinal Segretario di Stato,1 e quello accolse quel che gli diceva in
favore Suo in un modo che, viste le circostanze particolari del
momento, fa concepire speranze. Mi autorizzò a consegnargli una Sua
supplica, tosto che Ella me l’avrebbe data: non ardirei assicurare posi-
tivamente che le Sue promesse si verificheranno, però sò che erano
dettate da una vera amicizia, ed in nessun caso mi fiderei quanto in
questo momento della mia partenza.
Gli dissi che la vita che maggiormente conveniva ai Suoi studj, ed
ai progressi che già vi ha fatti, sarebbe quella dedicata affatto alla filo-
logia: ma che però io aveva capito che, non potendosi ottener questo
sommo bene, Ella sarebbe pure contento di accettar un impiego ammi-
nistrativo in Roma: ed, avendogli detto che Ella non voleva farsi prete,
mi domandò, se non Le dispiacerebbe di prender abito di Corte,
essendo, in questo modo, aperta la strada agli impieghi ed onori senza
necessità di prender i Sagri ordini? Essendo brevissimo il soggiorno
che potrò ancora fare in Roma, Le consiglierei di farmi avere senza
dilazione una Sua Supplica, o sia lettera al Segretario di Stato, alla
quale io aggiugnerei per iscritto quel che Sua Eminenza ha inteso da me.
Mi stimerei fortunato se gli ultimi momenti del mio soggiorno in
questo paese fossero utili ad un collega filologo: essendo sincerissima
la stima e la distinta considerazione con cui ho l’onore di esser
Signor Conte
Suo Servitor Vero. Niebuhr |
Palazzo Savelli, li 11 di Marzo 1823.