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529. Di Barthold Georg Niebuhr.
[Roma, Palazzo Savelli, li 11 di Marzo 1823.]

Signor Conte pregiatissimo Trovata questa mattina una favorevole occasione, parlai di Ella al Cardinal Segretario di Stato,1 e quello accolse quel che gli diceva in favore Suo in un modo che, viste le circostanze particolari del momento, fa concepire speranze. Mi autorizzò a consegnargli una Sua supplica, tosto che Ella me l’avrebbe data: non ardirei assicurare posi- tivamente che le Sue promesse si verificheranno, però sò che erano dettate da una vera amicizia, ed in nessun caso mi fiderei quanto in questo momento della mia partenza. Gli dissi che la vita che maggiormente conveniva ai Suoi studj, ed ai progressi che già vi ha fatti, sarebbe quella dedicata affatto alla filo- logia: ma che però io aveva capito che, non potendosi ottener questo sommo bene, Ella sarebbe pure contento di accettar un impiego ammi- nistrativo in Roma: ed, avendogli detto che Ella non voleva farsi prete, mi domandò, se non Le dispiacerebbe di prender abito di Corte, essendo, in questo modo, aperta la strada agli impieghi ed onori senza necessità di prender i Sagri ordini? Essendo brevissimo il soggiorno che potrò ancora fare in Roma, Le consiglierei di farmi avere senza dilazione una Sua Supplica, o sia lettera al Segretario di Stato, alla quale io aggiugnerei per iscritto quel che Sua Eminenza ha inteso da me. Mi stimerei fortunato se gli ultimi momenti del mio soggiorno in questo paese fossero utili ad un collega filologo: essendo sincerissima la stima e la distinta considerazione con cui ho l’onore di esser Signor Conte

Suo Servitor Vero.
Niebuhr

Palazzo Savelli, li 11 di Marzo 1823.