Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/778

tamente buono. Ma duoimi e temo per voi, di questo sì amorevol giu- dizio. Che sperimenti avete potuti fare di me per assicurarvene tanto? È dunque la bontà vostra che vi fa tanto pensar bene di me. Ma que- sta bontà è pur troppo pericolosa di essere abusata, tradita, tormen- tata. Il mondo è pieno di tristi, pienissimo d’egoisti. Per carità, vi sup- plico, andate ben lenti a credere la bontà: ella è scarsa assai nel mondo; e mista per lo più a tante debolezze, e contraddizioni, ch’ella nuoce molto a chi se ne fida. State in guardia sempre: siate lentissimi a cre- dere; non vi abbandonate mai a una totale e sicurissima confidenza. Da quel che mi dici reputo un bene che non sia succeduto il matrimo- nio di Paolina. Ci è sempre tempo a cacciare il collo in un laccio, che non si può sciogliere. In somma scrivi, ti prego, a Paolina e Carlo, ch’io li saluto tanto tanto con tutto il cuore; e che vogliano qualche volta ricordarsi tra loro di me. E Carlo che fa? che studia? che pensa di fare? Oh povero Carlino, se potesse un poco anch’egli sgabbiarsi! 10 non mi sazio di salutarli tutti due quei carissimi captivi. Ti raccomando di veder Mai: fidati ch’egli non è solamente grande, ma buono. T’ha detto di non aver mie nuove? Per carità fagli sapere ch’io gli scrissi il 12. gennaio: e anch’oggi gli scrivo. Vedi anche Canova: egli è ottimo; e ne sarai contento: di’ anche a lui che oggi gli scrivo. 11 Cavaliere1 è molto amico di Canova, e ti prego di vederlo anche a nome mio. Non sono suo intimo; non gli ho veduto in cuore; onde non posso parlarti di lui come di altri. Nondimeno non credo quello che te ne han detto: credo bene che abbia relazioni di Ministri; ma per giovare a se stesso, non per nuocere altrui. Ad ogni modo tu sei prudente; e non ti gitterai mai in abbandono a nessuno: e il Cavaliere può darti un buon consiglio, quando si venisse al particolare, di quella cosa, nella quale domandi in generale il mio avviso. Caro Giacomino, se tu avessi ora sufficienti facoltà, e tu e io non metteremmo neppure in dubbio, che non fosse mai da avventurarsi con veruno, e molto meno con forestieri. Ma nella tua presente condizione credo che bisogni ten- tar qualche cosa: credo che all’intelletto e alla fortuna debba giovarti l’uscire per qualche tempo di Roma e d’Italia; dove ora non è niuna speranza di niun bene. Ma importa a capitar bene: e qui ci è del rischio: e qui bisogna il consiglio di chi ben conosce le persone e i paesi: e qui può giovarti molto di consiglio l’accortezza e l’esperienza di quel cavaliere; e un tal servigio egli e facilmente e volentieri può fartelo, quando mediante Canova te gli sii un poco addomesticato. Giacomino mio, non posso saziarmi delle tue lettere: compensami