Ella possa e voglia darsi tanto pensiero di me. Che Ella non
mi scrive frequentemente per non obbligarmi a rispondere, spero
che lo abbia detto contro il suo sentimento, perch’Ella sa che
niente mi può essere più caro delle sue lettere e del trattenermi
con Lei, scrivendole o rispondendole. Il Zio Carlo ha lodato
molto e ammirato le cure da Lei prese per lo splendido ricevi-
mento del Delegato.2 Loda ancora il progetto del nuovo tea-
tro; ’ e si mostrò subito disposto a sottoscriversi, benché
Donna Marianna borbottasse assai da principio. Ora pare che
anch’essa ci si accomodi.1 Non aggiungo altro in questo pro-
posito perchè credo che il Zio Carlo gliene scriverà egli stesso
o direttamente o indirettamente. Io sto benissimo, e veramente
dalla metà di Gennaio l’inverno di Roma è terminato. Le piog-
gie sono state frequenti, ma non si è più parlato di freddo; il
quale quest’anno, non so per qual cagione, m’era riuscito nimi-
cissimo, al contrario del solito. Saluti di tutti a tutti. Mi con-
servi il suo amore, come sarà eterno verso Lei quello del
Suo affezionatissimo figlio Giacomo |
[Piacenza] 16 Febraio [1823] |
Mio adorato Giacomino. Non so dove cominciare nè come finire
a ringraziarti per la carissima tua del 1. Io t’abbraccio e ti bacio senza
fine del gran piacere che mi fai scrivendomi così. Caro Giacomino,
scrivimi così il più spesso che puoi. Ripeti i miei ringraziamenti al mar-
chese tuo zio; di cui però nè libro nè lettera ho ancora veduto: riveri-
scilo e ringrazialo molto per me. Manda mille saluti ben cari a Carlo
e a Paolina: oh se essi mi ricordano, e io li ho sempre in cuore. Ma
a questo proposito permettimi di parlarti libero da vero amico. Dici
che tu ed essi credete di non poter trovare in tutta la vita un cuoi-
come il mio. Perch’io non voglio mai parlare contro il mio senso, ti
dirò (senza modestia) che a mio giudizio voi credete una cosa vera:
e io sarei d’assai meno infelice, se avessi avuto un cuore più modera-