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Assumendo la traduzione, oltreché dovrete provedervi di un ottima [sic] edizione di Platone per ogni altro riflesso, dovrete anche farlo perchè la nra e [sic] sommami incomoda per il carattere minutissimo, e per il sesto in gran foglio. Non conosco quella di Dueponti 1781-87 in 12. tomi, ma per il formato in 8.° vi riuscirebbe comodissima. Qui per li geloni si usa adesso con ottimo esito l’unguento di Malve detto Malvino. Masi lo approva, ed è innocentissimo. Si stende in una pezzuola, e si applica sopra la ferita. Ve lo spedisco per la posta. Usa- telo senza alcun timore. Con l’unguento riceverete ancora alcune pezze, e fettucce, e fascette, e così un po’ di china se mai ne preferiste l’uso. Penso a queste freddure perchè fuori di casa tutto diventa un pensiere.

496. Di Pietro Giordani.
Piacenza 12. gennaio [1823]

Oh mio indicibilmente amato Giacomino. Finalmente ho pur una lettera da te;1 e ciò che disperavo altrettanto, nuove buone di te. Cre- dimi, o carissimo, che in questo eterno silenzio, nel quale non ci scri- vevamo, disperati entrambi per troppo dolorosa esperienza che mai le nostre lettere capitassero bene, non si è passato un giorno che io non pensassi molte volte con affetto e desiderio dolentissimo a te. Più volte ho pregato Brighenti che ti mandasse un mio saluto, assicurandoti che io t’avevo sempre nella più intima e fedel parte del cuore. Oh mi era pure un gran dolore non poter sapere particolarmente di te; e dovermi imaginare che tu fossi infelice e tristo! quanta consolazione mi è il sentirti pur ora sì insperatamente uscito dalle lunghe e penose tenebre! e quanto sono obbligato al tuo cuore che sì bene ha sentito il debito di avvisarmene subito! Ma nella prima lettera che mi scriverai (e son certo che non tarderai) devi dirmi di Carlino, come sta? che fa? che spera? e di Paolina, se è contenta della sua sorte, se ha figli. Io ti ringrazio dunque, e mi consolo della buona nuova che mi dai di te: e ringrazio a mani giunte il Marchese Antici che ti ha procurato questo sollievo. Lo ringrazio ancora della lettera e della traduzione che dici che mi ha mandata.' Ma io non ho avuto niente: pregalo di dirti quando, e dove, e a chi ha spedito tal cosa; e che cosa era la tra- duzione. Mi rincresce d’averla perduta; mi rincresce che gli sarò parso villano: ma vedi che non ci ho nessuna colpa.