Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/744

tornare. Tu ci sei, se tomi quaggiù a questa vita mon Dieu! Permetti che ti dica che tu non hai presentemente idea di quel che soffriresti qui, e dopo aver vissuto in Roma. Io non so niente: ti auguro un poco di quella ostinazione e di quel santo sdegno di cui certo non manche- rei se fossi al tuo posto. Vorrei che questa infame vita che mi tocca di condurre ti fosse almeno utile perchè evitassi di ricadérvi. Mi dispiace tanto di sentire che sei molto incomodato dai geloni: abbiamo anche qui freddi enormi: abbiti cura, e fattela avere, questo ti raccomando, fatti render molto, tutto quello che si sacrifica ai riguardi non c’è una Deità che lo accetti. Ho anch’io i piedi molto gonfj mattina e sera, ma siccome non minacciano di rompersi, collo strapazzo li faccio stare a segno: così potessi bene spendere un passo! i tuoi son bene impiegati, hai compito il corso delle bellezze di Roma? mi lagnava in quella che non hai ricevuta, perchè non mi hai detto mai nulla su questo particolare. A proposito, cos’è quello che stampi, o hai stampato? ma davvero vuoi che ti diventi forestiero? Dimmi che t’è parso di David. L’Opera che qui abbiamo è passabile pel nostro paese, la prima donna2 è una bella figura sul teatro, piena di fre- schezza e di gioventù: è poi amabile perchè non essendo ancora cor- rotta s’investe dei sentimenti puri come l’amore, l’amor patrio, con tutto il fuoco di un naturale Romagnolo, e con una schiettezza tale che pare assolutamente esprimere il vero. Queste son doti, che le pas- seranno insieme col giungere delle altre, il maggior possesso del palco e del canto ec. Se avrò denari, le farò stampare un sonetto che ti voglio dire, avvertendoti che non ho preteso altro nel farlo, se non di avere alle mani un sonetto, ossia un brava in quattordici versi. Ella canta nell’Italiana in Algeri il celebre Rondeau Pensa alla patria. A Clorinda Corradi. Dell’alto nome tuo ben degna sei Bella come Clorinda, e che l’ignori Sola, modesta e schiva, come lei Accendi più col disperarli i cuori. Se poi quel canto onde nostr’alme bei Udiva il Franco Eroe, più, credo, fuori Di senno tu che i forti lo traei Atti della viril donna, e i rigori.