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de tout affaire; et je suis ordinairement chez moi la plus grande partie du jour, mais surtout le soir dès deux heures d’Italie, c’est à dire cinq heures avant minuit. Pardonnez moi, Monsieur. Je suis venu à Rome pour faire la connaissance, et jouir de la société des hommes savans et celèbres. J’en trouve ici fort peu. Vous en ètes un, et, ce que n’est pas moins pour moi, vous daignez ne me pas refuser votre conversation. C’est pour cela que je vous importune. Je suis, Monsieur, avec la plus haute estime Votre très-humble et très obéissant serviteur G. Leopardi 16. Décembre 1822.

476. Di Monaldo Leopardi.
Recanati lì 16 Decembre 1822.

Mio Carmo Figlio Iio ricevuta la cara vra delli 9. e in essa un compenso al silenzio dell’ordinario precedente che mi aveva amareggiato. Mi capacita, anzi è giustissimo il sentimento sulla medaglia che ho già collocata fralle Papirie nel nfo piccolo scrigno. Non così fui per- suaso di quanto scrisse Melchiorri sull’altra in cui si legge il mono- gramma AVRVF che egli lesse Aurelius Rufus. Questa lezione è facile e naturale, ma vorrei vedere altre medaglie in cui la legenda comin- ciasse dal cognome, taciuto il prenome. In ogni modo è da credersi che in queste materie vedano più i Romani di notte che noi di. giorno. Ho piacere che abbiate veduti la Consa Mazzagatti, e Tracchini, come mi piacerà se, a vfo pienissimo comodo, vedrete Fusconi. Mi scrisse che aveva ricevute le stampe1 da voi mandategli, e che desi- derava di esservi utile nella vfa dimora costì. Ricordo benissimo il S.' Cav.e Marini il quale concorse validamente a redimermi dalla vessa- zione con cui volevano opprimermi alcuni storditi Maceratesi.2 Mi fà però meraviglia come egli si ricordi di mè, che ero allora un bardas- suolo, e non sò quello dicessi. Salutatelo distintami in mio nome, e offeritegli la casa nfa per passare alcuni giorni dell’autunno se egli mai venisse a viverlo nelle Marche. Siate egualmente libero nell’invitare