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sentemcnte una pensione di settecento scudi l’anno, tanto che, morto il suo primo marito, si è rimaritata a un Principe. La Magatti, quella famosa puttana di Caleagnini, esiliata a Firenze, ha 700 scudi di pensione dal governo, ottenuti per mezzo del principe Reale di Baviera, stato suo amico. Questo è quel prin- cipe ch’ebbe quel miracolo di guarire improvvisamente (come si lesse nelle gazzette) dalla sordità, restando più sordo di prima. Che ve ne pare? E contuttociò siate certo, che quanto al sostan- ziale (in materia di donne) si fa molto più a Recanati che a Roma, data però la proporzione della gente, ed escluso quello che si fa per puro purissimo denaro, il che senza dubbio è moltissimo, anzi è il più. Ma ci vuol danaro assai, perchè qui non se ne manca, e non si può discorrere di bagattelle. Vi ho parlato solamente delle donne, perchè della letteratura non so che mi vi dire. Orrori e poi orrori. I più santi nomi profanati, le più insigni sciocchezze levate al cielo, i migliori spiriti di questo secolo calpestati come inferiori al minimo letterato di Roma, la filosofia disprezzata come studio da fanciulli, il genio e l’immaginazione e il senti- mento, nomi (non dico cose ma nomi) incogniti e forestieri ai poeti e alle poetesse di professione; l’Antiquaria messa da tutti in cima del sapere umano, e considerata costantemente e uni- versalmente come l’unico vero studio dell’uomo. Non vi dico esagerazioni. Anzi è impossibile che vi dica abbastanza. Lette- rato e Antiquario in Roma è perfettamente tutt’uno. S’io non sono Antiquario, s’intende ch’io non sono letterato, e che non so nulla. E poi quel veder la gente fanatica della letteratura anche più di quello ch’io fossi in alcun tempo; quel misero traffico di gloria (giacché qui non si parla di danari, che almeno merite- rebbero d’esser cercati con impegno), e di gloria invidiata, com- battuta, levata come di bocca dall’uno all’altro; quei continui partiti, de’ quali stando lontano non è possibile farsi un’idea; quell’eterno discorrere di letteratura (come p. e., Massucci de’ suoi negozi), e discorrerne sciocchissimamente, e come di un vero mestiere, progettando tuttogiorno, criticando, promettendo, lodandosi da se stesso, magnificando persone e scritti che fanno misericordia; tutto questo m’avvilisce in modo, che s’io non