che mi vengono. Addio, caro. Questa sera ho conosciuto alcuni
dotti tedeschi.,1 che m’hanno alquanto confortato. Addio, ti
bacio, stanimi di buon animo.
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Di Monaldo Leopardi. |
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Mio cariss." Figlio.
Ho ricevuta, con soddisfaz. grandissima, la cara vra delli 29. la quale
mi ha fatto piacere in tutte le sue parti. Non lessi quanto scriveste
a Carlo, e non sò perchè mi privasse egli di quella compiacenza che voi
avevate inteso di recarmi. Poco male; e non gliene fate rimprovero.
Verrà il suo giorno, e come ili esso egli troverà sempre aperto il cuore del
Padre, sarà scontento di avergli, per un tempo già lungo, serrato il suo.
Sapevo che gli uomini di Roma non vi avrebbero appagato, come
sò che ovunque e sempre troverete carestìa grande di quella merce che
potria sodisfarvi e che purtroppo è stata, e sarà sempre rara. Siccome
però il mondo è, e fù sempre così, bisogna dedurne che fù ed è come
deve essere, e che quelli i quali genio e travaglio autorizzano a sorvo-
lare sugli altri, devono contentarsi di sè medesimi, e ridere o piangere
sulle sottostanti miserie.
Credo e mi compiacciono le buone informazioni vre sul cugino,
e nepote rispettivo Melchiorri, il quale suppongo in errore sul mio opi-
nare di lui. Ricusai di interpormi ad istanza sua perchè egli tornasse
in casa dei Genitori stimando questo ritorno non conducente alla quiete
reciproca, e non feci plauso alle ragioni con le quali egli giustificava
il passo incauto1 fatto da lui, e condannava la disapprovaz.e del Padre.
Da allora in poi non mi ha scritto, ma io lo ho sempre amato e lo amo,
e i buoni ragguagli che ne sento ancora da altre parti mi consolano assai.
Paolina Mazzagalli2 è sposa del Sig.r Rutiioni di Tolentino che
starà qui nove mesi in ogni anno. Gli sposi si sono veduti e si piac-
ciono. Tuttociò ho appreso dalla pubblica voce, non da secreta o pri-
vata comunicaz.e della Famiglia.
Il nfo Pierfranc.co ebbe jeri un po’ di Febre cagionatagli dal nascere
di un dente molare. Oggi stà meglio. Gli altri tutti bene, e vi salutano.