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che loro pregio per lo più di fortuna, come ricchezza immensa, dignità vicina a quella di principe, o cose simili. Fuori di questi casi, voi non potete godere di Roma, e delle altre città grandi, se non come puro spettatore: e lo spettacolo del quale v’è impos- sibile di far parte, v’annoia al secondo momento, per bellissimo che sia. Lasciando da parte lo spirito e la letteratura, di cui vi parlerò altra volta (avendo già conosciuto non pochi letterati di Roma), mi ristringerò solamente alle donne, e alla fortuna che voi forse credete che sia facile di far con esse nelle città grandi. V’assicuro che è propriamente tutto il contrario. Al pas- seggio, in Chiesa, andando per le strade, non trovate una befana che vi guardi. Io ho fatto e fo molti giri per Roma in compa- gnia di giovani molto belli e ben vestiti. Sono passato spesse volte, con loro, vicinissimo a donne giovani: le quali non hanno mai alzato gli occhi; e si vedeva manifestamente che ciò non era per modestia, ma per pienissima e abituale indifferenza e noncuranza: e tutte le donne che qui s’incontrano sono così. Trattando, è così difficile il fermare una donna in Roma come in Recanati, anzi molto più, a cagione dell’eccessiva frivolezza e dissipatezza di queste bestie femminine, che oltre di ciò non ispi- rano un interesse al mondo, sono piene d’ipocrisia, non amano altro che il girare e divertirsi non si sa come, non la danno (cre- detemi) se non con quelle infinite difficoltà che si provano negli altri paesi. Il tutto si riduce alle donne pubbliche, le quali trovo ora che sono molto più circospette d’una volta, e in ogni modo sono così pericolose come sapete. La carta mi manca. Non fini- rei mai di discorrer con voi. Tutti dormono: io rubo questi momenti al sonno, perchè durante il giorno, non mi lasciano un momento di libertà. Salutami tanto Paolina. Ti prego, caro Carlo, che per amor mio, quando tu mi scrivi, vogli prendere questa fatica d’allargare un poco il carattere, e lasciare fra le righe alquanto più d’intervallo a causa de’ miei poveri occhi. Marietta sta bene, e pare che attenda molto ogni qual volta che si parla di te. Puoi scrivermi liberamente sotto il mio nome, senza far lettere ostensibili ec. perch’io non mostro nè le tue nè le altrui, e questi di casa sono incapaci di violare le lettere