tare così al largo, come s’abita in questi palazzi, e come si cam-
mina in queste strade, piazze, chiese; non basterebbe il globo
a contenere il genere umano. Quanto alla prima domanda siete
soddisfatta. Alle altre risponderò con più comodo. Salutate il
Papà, baciategli la mano per me, ditegli che ho ricevuto la sua
del 29 passato, che eseguirò le sue commissioni circa la Con-
tessa Mazzagalli e il Padre Trachini, che l’altra circa l’Avv.
Fusconi è già eseguita, che il danaro e il panno della March.
Roberti è consegnato da più giorni, che io sto bene, e così tutti
i miei ospiti, i quali, e in particolare i Zii, salutano lui e la
Mamma. Ilo ricevuto anche la lettera della Mamma; salutate
anche lei, e datele un bacio. Dite a Carlo che qualunque sia il
baule di cui parla Luigi, la mia testa non istava sopra il baule,
ma che un altro baule, del quale io intendo di parlare, l’ebbi
sempre di dietro. A Luigi, e Pietruccio, a Don Vincenzo ec.
salute e benedizione. Non ho adempiuto i vostri comandi, ma
col tempo si farà tutto. Voglimi bene e sta bene. Aspetto let-
tera di Carlo con quest’ordinario, e tua fra una settimana. Addio.
Marietta ti saluta. Addio.
Carlo mio. Quei dubbi che mi laceravano, non erano certo
che tu fossi per avermi dimenticato, perchè quando anche ciò
potesse accadere o fosse accaduto, io era ben certo che non
poteva essere se non per momenti. Ma io stava in grandissimo
batticuore sullo stato dell’animo tuo verso di te, e delle tue cir-
costanze, e questo pensiero mi pungeva infinitamente quel primo
giorno ch’io ti lasciai, e ch’io mi dipingeva alla fantasia tutto
il nero, tutto il freddo, tutto il morto dell’abbandono in cui ti
trovavi. E non potendo altro, la mattina del giorno seguente,
pregai molto la moglie del Fattore di Tolentino, che avendo occa-
sione, facesse arrivar le mie nuove e i miei saluti a te, ed agli