al N.° 6. della Famiglia Aurelia, ed Aurelius Rufus è il nome, che vi
si legge. Ciò non ostante vi ripeto vi sono obligato, ed in caso, che
la sorte vi porti a scontrarvi in qualche monumento Patrio, od in qua-
lunque altro antico, che possa meritare Illustrazione mi farete grazia
a comunicarmene la notizia, poiché gli antiquari come saprete hanno
innata la manìa di scrivere, e d’illustrare. - Non sò se abbia fonda-
mento alcuno la notizia, che ebbi giorni sono da Cancellieri, esservi
cioè speranza, che il Cav. Antici vfo Zio tornando in Roma possa farci
dono della vostra persona, conducendovi seco. In caso ciò fosse ne
sarei lieto oltre modo, e perciò ditemene qualche cosa. - Vi scrissi
tempo indietro, che avrei avuto a caro di poter porre qualche cosa
vostra nelle nostre Effemeridi, ond’è perciò, che torno a pregarvene.
Qualche Poesia, con qualche Versione Greca, qualche Giudizio sù qual-
che opera moderna, qualunque vostra cosa inedita, che da voi si creda
a proposito da fregiarne il nostro Giornale, quale ancora non sò se
voi conosciate, non avendomi sù questo mai adequatamele risposto.
Sapendo quanto vi sono care le mie cose, vi dirò, che la Romana
Accad.3 di Archeologia, in una sua sezione del dì 27 p.°p.° volle com-
partirmi un onore non meritato da me ascrivendomi, unitamente al
Cav. Visconti fra i suoi Socii Ordinari, quali sono al solo N.° di 30.
i primi dell’Accademia. Il vedermi onorato da così cospicua Adunanza
mi farà come spero raddoppiare i miei studi, ma poi qual ne sarà il
frutto? Voi sapete qual mercè abbiano per solito quelli disgraziati, che
hanno impallidito su dei libri. Basta, si occupi il tempo, poiché que-
sto è il solo pensiero, a mio credere, che debba avere, chi batte la car-
riera dei studi. Datemi tanti saluti a Carlo. Qualora abbiate commandi
da darmi, non avete ad usar complimenti essendo anziosissimo di ser-
virvi. Datemi nuove di vostra salute, che mi sono piacevoli, qualora
poi sono buone. Amatemi, e credetemi di tutto Cuore
Vfo Affmo Cugino.
G. Melchiorri
450. |
Di Gaetano Za vagli. |
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[Recanati 29 Luglio 1822] |
Sig.r Conte mio Pne Stmo.
Quel sì gran piacere di essere lodato da lodatissimi Uomini io l’ho
provato jer sera quando mi fu recata la di Lei umanissima lettera.1