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Fin qui non debbo altro che ringraziarla. Ma posso ben lamen- tarmi di Lei, che avendo pubblicata la sua opera,1 e dandosele occasione di scrivermi, non me ne faccia neppure un cenno, come s’Ella non conoscesse e non sapesse di certo l’interesse ch’io ne prendo. Fatto sta che prima di saper da Lei che l’opera fosse pubblicata, ho dovuto saper da altri l’accoglienza che l’è stata fatta costì. Ho veduto l’esemplare ch’Ella ha favorito mandare in casa, ma finora l’ho dovuto lasciare a mio padre che lo legge, e saprà valutarlo meglio di me. E colla medesima impazienza aspetto ch’Ella si discolpi meco a voce del suo silenzio in que- sto proposito. Saluti e rispetti da parte di tutti i miei. La prego di ricordare a se stessa e alla sua Consorte la mia servitù affet- tuosa, ed augurandole un prospero e pronto viaggio, mi confermo

Suo Obblmo e Amorosiss. Nepote
Giacomo Leopardi.

Recanati 4 giugno 1822

446. A Giuseppe Melchiorri.
[Recanati] 7 Giugno 1822.

Caro Cugino. Non crederei che vi fossero poesie stampate di quei due scrittori antichi che voi dite. Non ne ho mai nè veduto, nè sentito o trovato che se ne faccia menzione. Ma come il sì può dirsi molte volte di certo, così il no difficilmente si può assicurare. Questi dubbi però, essendo lontani, non impor- tano gran fatto in queste tali cose, purché le poesie che dite sieno degne della stampa per se medesime. Quando me le man- diate, le leggerò volentieri, e ve ne dirò il parer mio. Vi ringrazio della diligenza usata circa la Crusca del Cesari. Fu mia inavvertenza lo scrivervi ingombrare, perchè la Crusca non ne fa un articolo separato, ma lo mette insieme con ingom- bcrare. Resterebbe dunque che mi diceste se la Crusca del Cesari porta o no quel passo del Petrarca, sotto la voce Ingomberare, o sotto qualcuno de’ suoi §. Con questa occasione mi fareste