Questo luogo (è) sacro. Enea d’animo mite
Pose al suo compagno venerabile Eitao
In tutte le cose simigliante agli prischi Eroi,
da Bellezza, e fortezza, e soavità d’animo, e gioventù, e saviezza,
... e ad Olimpia bella
Ad Eitao moglie, e sorella ad Enea;
La quale tutta ... amante del Marito Giovine
(sapevo) Alcestide nella prudenza; nella bellezza loda dal volto
amabile,
di cui volentieri il tempio beato, ch’è questo suolo, gl’uomini
Pii venerano giustissimi, e miti.
Divina viventi ebber vita vicendevolmente
Con decoro, e saviezza, e giustizia, e pudore.
Annunzio questa cosa io Ora, che Enea pose
Affinché [sic] divengano celebri pe’ premi comparabili agli Divini
da tutti i secoli, ed a cagione della pietà degli amici.
Qualora non abbiate la traduzione di Amati onde dare un Giudi-
zio, rendetemene inteso, e ve la spedirò [sic] subito.
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A Giuseppe Melchiorri. |
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Caro Cugino. Quello ch’io vi scrissi1 che l’iscrizione greca
doveva esser opera d’un latino, non escludeva che fosse venuta
dalla Cilicia, il che resta escluso per natura sua, senza neppur
nominarlo, ma voleva escludere che fosse opera d’uno dei tanti
artefici e scrittori greci eh’erano a Roma in quei tempi, e ai quali
si solevano commettere le iscrizioni greche. Ma questa non mi
par fatta da un greco p[er] le ragioni che vi dissi.
L’opera di cui mi parlate non mi ricordo d’averla mai veduta;
e in questi paesi, come sapete, non si discorre di letteratura.
Sicché non saprei dove rivolgermi per informarmi dell’autore.
Se la debolezza degli occhi e della testa non mi travolgesse
straordinariamente, come suol fare in primavera, vi potrei ser-