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Questo luogo (è) sacro. Enea d’animo mite Pose al suo compagno venerabile Eitao In tutte le cose simigliante agli prischi Eroi, da Bellezza, e fortezza, e soavità d’animo, e gioventù, e saviezza, ... e ad Olimpia bella Ad Eitao moglie, e sorella ad Enea; La quale tutta ... amante del Marito Giovine (sapevo) Alcestide nella prudenza; nella bellezza loda dal volto amabile, di cui volentieri il tempio beato, ch’è questo suolo, gl’uomini Pii venerano giustissimi, e miti. Divina viventi ebber vita vicendevolmente Con decoro, e saviezza, e giustizia, e pudore. Annunzio questa cosa io Ora, che Enea pose Affinché [sic] divengano celebri pe’ premi comparabili agli Divini da tutti i secoli, ed a cagione della pietà degli amici. Qualora non abbiate la traduzione di Amati onde dare un Giudi- zio, rendetemene inteso, e ve la spedirò [sic] subito.

439. A Giuseppe Melchiorri.
Recanati 13 Maggio 1822.

Caro Cugino. Quello ch’io vi scrissi1 che l’iscrizione greca doveva esser opera d’un latino, non escludeva che fosse venuta dalla Cilicia, il che resta escluso per natura sua, senza neppur nominarlo, ma voleva escludere che fosse opera d’uno dei tanti artefici e scrittori greci eh’erano a Roma in quei tempi, e ai quali si solevano commettere le iscrizioni greche. Ma questa non mi par fatta da un greco p[er] le ragioni che vi dissi. L’opera di cui mi parlate non mi ricordo d’averla mai veduta; e in questi paesi, come sapete, non si discorre di letteratura. Sicché non saprei dove rivolgermi per informarmi dell’autore. Se la debolezza degli occhi e della testa non mi travolgesse straordinariamente, come suol fare in primavera, vi potrei ser-