Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, I.djvu/669

ho potuto ricusarmi di scriverlo, e publicarlo. Avrò piacere, che in ami- cizia, e senza riguardo alcuno mi diate il vostro sentimento, che mi sarà graditissimo. Ricordatevi delle nostre Effemeridi. Datemi nuove, di vostra salute, quale vorrei migliore, e perciò vi consiglio a non applicar tanto, ed a frenare il vostro ardore per lo studio: da spatium, tenuemque moram: poiché la salute deve guardarsi più d’ogni altra cosa. Mammà stà bene, e vi saluta. Avrete questa mia dal Cugino Gala- mini,1 del quale mi è stata graditissima la compagnia in questi pochi giorni, che ha qui fatto dimora. Perdonate al tedio, che vi arreco, con le mie importunità. Fatemi avere spesso i vostri caratteri. Saluti al fra- tello Carlo, a tutti di Casa. Amatemi, e credetemi a tutta prova Vostro Affmo Cugino G. Melchiorri

438. Di Giuseppe Melchiorri.
Roma 4. Maggio 1822.

Carmo Cugino. Vi scrissi nell’ultima mia ricapitatavi da Galamini, che non avevo ricevuta risposta, e fù vero, poiché ieri tornando dinuovo all’officio della Posta onde cercare se vi fossero mie Lettere, mi fù consegnata la vostra ultima,1 che giunta il di 28. dello scorso Aprile, non mi ave- vano mai data. Vi sono però obligatissimo della premura, che vi pren- deste in quella di rispondere analogamente alle mie inchieste. Circa il mio opuscolo a quest’ora l’avrete già ricevuto, e seguendo il vostro consiglio non penso di farne motto ad Acerbi. Se vorrà parlarne, lo farà di propria volontà, mentre sò che a Milano, ve ne sono andati parecchi esemplari. Ho gradito moltissimo le nozioni, che mi avete favorito sulla Iscri- zione, che vi trasmisi, e trovo savissime le vostre riflessioni, delle quali farò uso a suo tempo. Sono anche io di parere con voi, che l’Iscri- zione sia lavoro di un Latino, poiché non è supponibile, che prove- nuta fosse ab antiquo dalla Cilicia. Ma siccome nel tempo istesso che l’aggiunto di Augustano, ci toglie ogni dubbiezza sull’Epoca al di sotto di Augusto; in quel Epoca [sic], non solo si conosceva, ma si aveva quasi in moda la Greca favella, e bisogna pur dire, che vi furono di Lutti i tempi dei Quadratari buoni, e cattivi, ed a questa sola cagione