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da me solo. Mi pare già di sentirvi rispondere: Ma che matto che dev’es- sere questo Brighenti, ponendosi tutto solo in un legno scoperto, nel mese di marzo, per 90. miglia di andata, e altrettante di ritorno. E se pioveva? Fortunatamente non piovè in que’ giorni, e il mio viaggio è stato felicissimo. Arrivai a Piacenza il mercoledì 13. Corsi tosto alla casa del Giordani. Era egli sortito, e noi potei vedere che al tardi della sera. Da quel momento fummo indivisibili per due interi giorni, cioè tutto il Giovedì, e tutto il Venerdì. Lo trovai in buona salute, ma assai maltrattato dalla melanconia, infermità più penosa assai che non suolsi riguardarla dal comune; e io stesso l’ho provata più volte. Egli mi accolse con la solita sua bontà; e fralle prime richieste fu quella di chie- dermi del suo amato Leopardi. Io gli dissi le nuove che avevo di Voi, e quant’altro bramavate che sapesse del vostro carteggio, tante volte divorato dagli uffizi postali. Ne fu dolente, e m’incaricò di salutarvi cordialissimam.6 e di assicurarvi che ogni vfa Lettera che gli giunse fu sempre da Lui puntualmente riscontrata. Oh! mio buon amico: furono per me molto lieti e fortunati que’ due giorni; se non che mi lacerò sempre il pensiero, che quelle erano ore fugaci, e che in breve giro sarebbono finite. Infatti il Venerdì notte arrivò molto prima che io lo desiderassi, o l’attendessi. Noi ci abbracciammo amorosissima- mente e ci lasciammo. Parve che mi desse qualche lusinga che in estate lo vedrei qui in Bologna, almen per pochi giorni. Ma non mi disse tali parole da persuadermene del tutto, e ciò mi tiene molto afflitto. Basta: io certo non mancherò di tormentarlo di preghiere, ogni volta che mi occorra di scrivergli. Vi prevengo che oggi spedisco alla posta sotto fascia alla vfa dire- zione le Poesie del Parini. Vi prego poi di amarmi, e di tenermi sem- pre come cosa vostra. Io non ho più altro al mondo che il cuore di persone amorevoli, e credetemi che questo è tesoro per me, e che sarò geloso di custodirlo, e di non demeritarlo. Addio ottimo amico. Quando sarà il giorno che veda anche Voi, e mi stia un po’ vosco discorren- dola alla libera. Ma ricordatevi che io non so di greco, che io non sono letterato, non gentiluomo, non uomo di spirito. Io sono un povero diavolo, tagliato all’antica, fornito di una sensibilità all’antica, e nulla più. Addio conte Giacomo. Addio.

il vfo vero Amico af.mo
Pietro Brighenti

Il conte Trissino m’incarica di riverirvi.