Ascolta Giacomino caro: voglio dirti una cosa d’importanza. Per-
chè io penso sempre a te, e mi sento rompere il cuore pensando alla
tua situazione, a quello che sei e a quello che potresti essere; ho consi-
derato e meditato il desiderio de’ tuoi che ti facessi prete. Ora con-
siderando per ogni parte all’util tuo e all’util pubblico, io credo che
non sia da ributtare questo partito. Lungo sarebbe discorrere tutte
le ragioni; e nè anche da scrivere. Ma puoi imaginarti che questa opi-
nione ti venga da uomo, il quale non abbia chi lo agguagli, nè aver
possa chi lo vinca nello stimarti e amarti, anzi adorarti; e inoltre abbia
considerate non mediocremente le circostanze del presente mondo.
Se non ti piaccio con questo mio parere, per carità perdonami; e impu-
talo ad eccessivo amore e zelo. Io m’imagino che tu consentendo a
questo partito potresti ottenere d’andare a Roma: e quando tu abbi fat-
to il primo passo di uscire di costà, voglio persuadermi che ti sia possi-
bile e non difficile una bella carriera. Ripensaci tranquillamente: pro-
ponti tutte le ragioni; chè ben il tuo ingegno saprà suggerirtele. In ogni
modo rispondimene qualche cosa. Io ti abbraccio con tutta l’anima:
e vorrei sapere qual parte del mio essere o il tutto potesse giovarti,
per dartelo a tuo beneplacito; chè mi parrebbe di fare un grande e
bel servigio al mondo. Oh mio caro Giacomino: quanto quanto ti amo,
e quanto mi addoloro per te. Ma, oh troppo invano! addio addio.
427. |
Di Giuseppe Melchiorri. |
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[Roma 26. Decembre 1821.] |
Cugino amatissimo.
Inaspettati forse, ed improvisi vi giungeranno i miei Caratteri, e
meraviglia recar vi deve, che rompa un silenzio, nel quale per tanti
anni sono con mio sommo danno vissuto. Ero di opinione per lo pas-
sato, che non aveste avuto a caro di tenere o con me, o con altri una
letteraria corrispondenza, e perciò sapendo bene quanto perduta opera
sieno quelle lettere, che da una semplice dimostrazione di onoranza
dettate, sogliono per il solito abbondare d’inutili complimenti, avevo
trascurato di scrivervi, contentandomi soltanto di chieder spesso vostre
notizie a mia Madre, e qualche volta per di lei mezzo inviarvi i saluti.
Ora poi essendo da qualche tempo onorato della giovevole amicizia
del Ch. Sig.r Abb. Cancellieri, ho dal med° con mio gran piacere ap-