che oltre all’esortare, non darà notabile esempio, non solamente
di buona lingua, ma di sottile e riposta filosofia; nè solamente
di filosofia, ma di buona lingua: che l’effetto ricerca ambedue
questi mezzi. Anche proccurerò con questa scrittura di spianarmi
la strada a poter poi trattare le materie filosofiche in questa lingua
che non le ha mai trattate; dico le materie filosofiche quali sono
oggidì, non quali erano al tempo delle idee innate.
Ho scritto o caro, come vedi, lungamente, per soddisfare a’
tuoi desiderii. E se vuoi ch’io ti compiaccia anche nell’ultima
tua domanda, cioè che ripeta quello che ottimamente sai, figu-
rati ch’io possa ripetere quello che ho detto altre volte, ma non
mai dir tanto quanto vorrei, nè quanto basti a significarti l’amore
che ti porto, e il travaglio che sostengo per tua cagione. Da gran
tempo tu sei quasi la misura e la forma della mia vita, ed io
mirando sempre a te, non vivo e non provo conforto alcuno se
ti vedo sconfortato e disanimato. Per Dio fa prova di reggerti
se non vuoi ch’io m’abbandoni, che quanto io vivo e quanto
penso e quanto m’adopero non è quasi ad altro fine che d’es-
sere amato e pregiato da te. Addio.
Giacomino mio adorato. Ti ringrazio senza fine per la tua del 13:
ti ringrazio delle nuove di Paolina e di Carlino; ch’io ti prego di salu-
tarmi tanto tanto carissimamente. Ma in quale città si mariterà Pao-
lina? Ti ringrazio delle un po’ migliori nuove che mi dai di te stesso:
ma per carità, affaticati con gran moderazione e cautela. Se tu sapessi
che cosa è non risparmiar la salute da giovane. Capisco che senza studi
non hai da poter vivere; ma fa di potere studiar lungamente. Bella
materia hai per le mani; e tu basti a trattarla degnamente. E dici bene
in tutto. Oh quanto ha da fare questa povera Italia per diventare qual-
che cosa: e bisogna pur cominciare dall’accomodare le teste. Quel
difetto che noti nel mio stile è certissimo, e ben conosciuto da me: e se
mi fosse rimasto il cervello (che se n’è ito tutto disperso), avrei posto