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394. Di Francesco Cancellieri.
[Roma 4 Aprile 1821]

Veneratissimo S.r Conte Niuna cosa potrebbe riuscirmi più grata che quella di conoscerla personalmente, e di poter godere della sua piacevole, ed istruttiva con- versazione; e mi stimerei veramente fortunato di poter in qualche modo contribuire a farle conferire lo Scrittorato della Lingua Latina, nella Biblioteca Vaticana, che lo chiamasse a stabilirsi in questa città. Ma 10 divenuto un Cronico, sempre inchiodato in letto, dove mi trovo per le mie piaghe, fin dal principio di Novembre, non posso lusingarmi ili poter più del degnissimo S.r Marchese Antici suo Zio, che è libero a poter girare a fare i necessari impegni, e che gode giustamente, per tutti i riguardi, tanto maggior credito.di me. Nondimeno per fare dal canto mio tutto quello, che posso, per compiacerla, ho fatto parlare in di Lei favore, con la maggior premura, a Monsignor Mai, il quale so, che ha gran concetto di Lei, e che prevedo, che godrebbe moltis- simo, di averla in sua compagnia. Debbo però notificarle, che essen- dosi data la giubilazione ad Americo Assemani, ed a Michele Carega, ì- stata sospesa la collazione del posto di Scrittore di Lingua Latina, 11 quale, allorché si dovrà conferire, è stato già promesso al S.r Anto- nio Nibby, con viglietto di Segreteria di Stato, procuratogli dal Cav.r Tralinski, Ministro di Prussia. Ma per manifestarle la verità, non mi sembra adattato cotesto impiego, che non frutta, che soli diciotto Scudi il mese, senza la Casa, e senza verun incerto, ad uno della sua nobile condizione. Ella dovrebbe sedere vicino ad Amari, a Lanci, a Santucci, a Molajoni, che sono per- sone private, a Lei molto inferiori; e Le sarebbe di grande incommodo di andare fino alla Vaticana, nelle giornate fredde, e piovose delPIn- verno. E poi, quanto di più le sarebbe necessario per la sua commoda sussistenza? Avendo Ella parentela coll’Eccma Casa Mattei, troppo disdirebbe, che si fosse procacciato un impiego, che si cerca dai biso- gnosi di sussidio per vivere. Ella dovrebbe venire in Accademia Eccle- siastica, per farsi merito per qualche anno, e per poi mettersi in Prela- l ura. Allora ci sarebbe il suo decoro; e con le sue aderenze potrebbe procurarsi la provvista di qualche Canonicato, per non dispendiare in lutto la sua Famiglia nel suo mantenimento.