350. |
A Bartolomeo Borghesi. |
|
Recanati 6 Novembre 1820. |
L’anno addietro, avendo avuto occasione di scrivere per la
prima volta a V.S. come la gentilezza della risposta mi diede
animo a credere ch’io mi potessi vantare della sua benevolenza,
così mi stava a cuore che questa non si scemasse o mancasse
per disuso e obblivione. Tanto che ho sempre aspettato e desi-
derato che sopraggiungesse l’opportunità di confermarla. Ora
mi si dà un’occorrenza simile alla passata, e mando a V. S. pochi
miei versi,1 ch’Ella giudicherà secondo il merito loro, ma gra-
dirà secondo l’amorevolezza sua. E le ridurranno a memoria que-
sto buon servitore che quantunque lontano e sconosciuto di per-
sona, procura di rendere alla virtù di V.S. quell’ossequio che
può. S’Ella non prese in mala parte ch’io ricercassi da princi-
pio la sua conoscenza, nemmeno si sdegnerà ch’io mi sforzi di
conservare l’acquisto fatto nè rifiuterà di riconoscermi per suo...
Sig.r Conte pregiatmo Prone ed Amico mio Colmo
Ho ricevuto i due esemplari de’ quali V.aS.a mi ha voluto onorare,
ed uno ne ho deposto nella Vaticana. Quanto io stimi i rari di Lei talenti
e ne ami la persona, credo che già lo sappia, e desidero avere occa-
sioni di darlene indizi anche maggiori. Se qui in Roma io la posso ser-
vire in qualche di Lei desiderio letterario, qualunque esso siasi, mi
comandi con certezza di farmi piacere.
Scrivendo questa, mi ricorre alla mente ciò che V.aS.a mi scrisse
già, cioè che avesse delle dotte osservazioni sopra i pochi miei libri.
Se V.aS.a non si aggravasse di comunicarmele in modo privato, io
farei del suo manoscritto quell’uso onorifico a Lei che le piacesse di
accennarmi, ed avrei così occasione di darle pubblica testimonianza,