Sig. Conte mio carissimo e stimatissimo. Poco dopo la mia
prima lettera alla quale rispondeste graziosamente quest’anno
passato, io ve ne scrissi altre due, alle quali non rispondeste.
Ma non mi dolgo che non voleste gittare in benefizio d’un solo
quel tempo che spendevate in vantaggio di molti. Non so già
se voi siate ora meno occupato. So bene ch’io non ho minor
desiderio delle vostre lettere, nè minor disposizione di soppor-
tare il vostro silenzio, e rassegnarmi al piacer vostro quando
non me ne vogliate soddisfare. Vi mando pochi versi1 che ho
pubblicati recentemente. Nel che non vedrete altro che la memo-
ria che ho di voi. Se bene avrei caro che foste obbligato a ricor-
darvi di me per altri motivi, a ogni modo, giacché mancano tutti
gli altri, sovvenitevi di me per questo solo, ch’io non mi dimen-
tico di voi.
Recanati 3 Novembre 1820. |
Pregiatissimo Signore
L’anno addietro ebbi occasione di scrivere per la prima volta
a V. S. e come la gentilezza della risposta mi diede animo a cre-
dere ch’io mi potessi vantare della sua benevolenza, così mi stava
a cuore che questa non si scemasse o mancasse per disuso e obbli-
vione. Tanto che ho sempre desiderato e aspettato che soprag-
giungesse l’opportunità di confermarla. Ora mi si dà un’occor-
renza simile alla passata, e mando a V.S. pochi miei versi,'
ch’Ella giudicherà secondo il merito loro, ma gradirà secondo
l’amorevolezza sua. E le ridurranno a memoria questo buon ser-
vitore che quantunque lontano e sconosciuto di persona, proc-