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nè giungerà. Per l’una parte me ne duole assaissimo, per l’altra mi debbo confortare che V. S. non sarà testimonio della mia debolezza e mediocrità. Della salute di V. S. mi consolo infini- tamente, e desidero e spero ch’Ella se n’abbia sempre a lodare nello stesso modo. La mia, giacché si compiace di domandar- mene, è cattiva all’ordinario. Contuttociò non sono totalmente inetto alle applicazioni della mente, come sono stato un anno e mezzo. V. S. conservi memoria di me per adoprarmi dove io possa in cose di suo servizio.

Il suo Dmo Obblmo Servitore
Giacomo Leopardi
336. Di Leonardo Trissino.
Vicenza 29. Settembre 1820.

Stimatissimo Signor Conte. Ringrazio sommamente V. S. della let- tera del t8. Sono mortificatissimo di sentire poco buona la sua salute, e che una tal cosa non sia essa straordinaria. Vorrei prendere conforto per l’avvenire dalla confessione, che si trovi Ella a questo momento meno male. So ben io di quanto sollevamento le sarà potendosi donare alle gradevoli sue applicazioni. Quanta moltitudine di salute infrut- tuosa io veggo ora passare da queste finestre! E il Signor Conte Leo- pardi è malcontento della propria? E per un anno e mezzo è Egli stato inetto agli studj! Sciagura grande per V. S.; e non poca pel nostro paese, che dee onorarsi tanto dello ingegno suo, il quale non dovrebbe avere impedimento di nessuna maniera. Io sono stato lontano da casa varj giorni. Ne ho passati alcuni a Verona, gli altri in una villeggiatura del ferrarese, sempre presso de miei parenti. Il mio ritorno è stato rega- lato di un bellissimo dono. Qui ho ritrovato ospite in casa nostra Anto- nio Cesari, ch’Ella conoscerà per fama. Dopo letti i versi di V.S., il Cesari li domandò per sè; nè potei compiacerlo intieramente perchè delle canzoni stampate a Roma due anni sono non so che vi abbia a queste parti che l’esemplare mandato a me dalla cortesia sua. Altret- tanto mi avea chiesto, e io avea risposto a Verona al cavaliere Pinde- monte. Questo signore mi parlò da uomo geloso di alcune traduzioni fatte da V.S. Io confido tanto nella spontanea amorevolezza sua per