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A giordani ho già spedito Le copie delle vfe Canzoni, e le deve aver ricevute. - Fate bene a spaventarvi delle Donne, e dovete farlo Voi che siete giovane. Per me sono già reso impassibile, e poi quando si hanno 45. anni se non si fugge da esse, elleno fuggono: ma alla gio- ventù costoro si attaccano come vischio. Addio, addio

il vfo d.° Servo, e Amico
Pietro Brighenti
326. Di Pietro Giordani.
[Piacenza] 23. agosto [1820]

Mio caro. La è pure una orrenda maledizione questa delle poste!! Io non ho avuto niente di quello che rispondesti alla mia 18. giugno. Ricevo questa dei 14. agosto. Ti rispondo: brevemente; perchè lo scri- vere mi è fatica. Ripeto le stesse cose a Brighenti; per rimedio se mai la mia presente si perdesse. Intendo volentieri che non ricuserai, e potrai accettare, se si potrà conseguirla una cattedra in Lombardia: e per sì sospirato effetto scrivo a Milano.1 Se io lo desideri smisura- tamente, devi imaginartelo: come saprei io esprimertelo? Ma certo devi figurarti se un divoto brama di liberare una santa anima dal purgatorio. Salutami tanto tanto Paolina e Carlo. E una gran disperazione per me il perdere le lettere che tu mi scrivi lunghe e affettuose-, e appena averne qualcuna breve. Oh se tu potessi uscir di pene! avvicinarti a me, vederti io spesso, spessissimo averne lettere sicuramente, e tu con largo e riposato animo gittarti ne’ tuoi studi, e farti immortale con pro- fitto e onore d’Italia! Mio carissimo giacomino, t’abbraccio con amore ineffabile. Addio addio.

327. A Pietro Brighenti.
Recanati 28 Agosto 1820.

Mio carissimo. Mi rincresce molto il nuovo incomodo di salute che vi molesta. Abbiatevi riguardo, e un’altra volta secondate