A giordani ho già spedito Le copie delle vfe Canzoni, e le deve
aver ricevute. - Fate bene a spaventarvi delle Donne, e dovete farlo
Voi che siete giovane. Per me sono già reso impassibile, e poi quando
si hanno 45. anni se non si fugge da esse, elleno fuggono: ma alla gio-
ventù costoro si attaccano come vischio.
Addio, addio
il vfo d.° Servo, e Amico Pietro Brighenti |
[Piacenza] 23. agosto [1820] |
Mio caro. La è pure una orrenda maledizione questa delle poste!!
Io non ho avuto niente di quello che rispondesti alla mia 18. giugno.
Ricevo questa dei 14. agosto. Ti rispondo: brevemente; perchè lo scri-
vere mi è fatica. Ripeto le stesse cose a Brighenti; per rimedio se mai
la mia presente si perdesse. Intendo volentieri che non ricuserai, e
potrai accettare, se si potrà conseguirla una cattedra in Lombardia:
e per sì sospirato effetto scrivo a Milano.1 Se io lo desideri smisura-
tamente, devi imaginartelo: come saprei io esprimertelo? Ma certo devi
figurarti se un divoto brama di liberare una santa anima dal purgatorio.
Salutami tanto tanto Paolina e Carlo. E una gran disperazione per
me il perdere le lettere che tu mi scrivi lunghe e affettuose-, e appena
averne qualcuna breve. Oh se tu potessi uscir di pene! avvicinarti a
me, vederti io spesso, spessissimo averne lettere sicuramente, e tu con
largo e riposato animo gittarti ne’ tuoi studi, e farti immortale con pro-
fitto e onore d’Italia! Mio carissimo giacomino, t’abbraccio con amore
ineffabile. Addio addio.
Mio carissimo. Mi rincresce molto il nuovo incomodo di salute
che vi molesta. Abbiatevi riguardo, e un’altra volta secondate