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321. A Pietro Brighenti.
Recanati 4 Agosto 1820.

Mio carissimo. Vi ubbedisco e vi tratto, come vedete, con- fidentemente, lasciando le cerimonie. Ma voi pure fate lo stesso con me nè più nè meno, se volete ch’io seguiti in questo tenore. Tutto quello che impedisce l’espression vera del cuore, potete credere che riesce odioso anche a me, giacché non ho altro di buono appunto se non il mio cuore, che non giova a nulla. Nè potete immaginare quanto mi affligga il racconto delle vostre angustie. Già ve lo scrissi altra volta: oramai la conoscenza degli uomini di merito mi dà pena, perchè li trovo sempre infelici, e mi sconfortano colla considerazione che tutti quelli ch’io amo debbano essere sventurati. Qual consolazione vi potrò dar io? Bensì non ho altro desiderio che questo di consolarvi, e fare che l’amicizia mia vi debba giovare a qualche cosa. S’io ben intendo le vostre parole, avete spedito al Co. Tris- sino, oltre una copia in 4t0, altre 6 copie della Canz. in 8V0. Avete fatto ottimamente e ve ne ringrazio. Se gli scrivete, fatemi questo favore di avvertirlo che ho ricevuto la sua troppo gen- tile dei 28 Luglio, e che prima di riceverla, ai 31, gli aveva già scritto. Ma che le altre due lettere di cui mi parla, sono andate certamente smarrite, e non mi sono mai giunte. Tant’è: s’io voglio mantenere qualche minima corrispondenza coi lontani, bisogna che mi raccomandi a voi, perchè le poste si sdegnano di servirmi. Del prezzo che avete fatto mettere alla mia Canzone, del- l’Errata, delle copie che ne volete spedire a’ vostri amici, delle nuove che mi date di Giordani, e di quelle della Martinetti, vi sono tenuto senza fine. Di questa Signora mi avevano detto mari e monti, e chi non vede, facilmente può esser tratto in errore.1 Le copie ch’io desidererei qui in Recanati, sono ben persuaso che non si possano spedir qua direttamente. Ma basterebbe che le spediste in Ancona, da dove me le spediranno qua, o mi scri-