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Dite all’atletico Carlo, che non poltrisca nell’ozio e che imiti un giovane Sig. Tedesco addetto alla legazione di Parigi, il quale ha arric- chita la sua Patria con una bella traduzione dell’opera acclamatiss.3 Sull’Indifferenza nella Religione.5 Saluti cordialis. a tutti, e credetemi di cuore. Il V. Aff. Zio Carlo Antici J20. A Leonardo Trissino. Recanati 31 Luglio 1820 Pregiatiss. Signor Conte All’ultima sua del Settembre passato risposi com’era do- vere,1 e soprattutto la ringraziai che mi avesse voluto conso- lare mettendomi a parte delle buone .notizie intorno alla sua salute. Credo che quella lettera sarà stata ingoiata dalle poste secondo il solito. Forse oramai le saranno giunti o staranno per giungere da Bologna alcuni esemplari a stampa di una mia can- zone intitolata a V.S. Se il nostro commercio epistolare non fosse tanto difficile per la negligenza de’ mezzi, non mi sarei mai deliberato a stampare il suo nome senza suo beneplacito espresso. Ma stante questa difficoltà, e considerando l’infinita gentilezza e l’affetto dimostratomi in altre occasioni da V.S., ho preso confidenza, e sperato che V.S. mi perdonerebbe tanto la libertà quanto la piccolezza del dono. Oltracciò V. S. mi dovrà perdonare se nella dedica l’ho trattata con quella certa familia- rità che s’usa nelle lettere, alle quali non par che s’adattino le cerimonie che richiede il commerzio civile. V.S. s’accorgerà che nel principio della dedica ho adoperato un sentimento che V. S. mi significava nell’ultima sua. Torno a raccomandarmi alla beni- gnità di V.S. perch’Ella mi perdoni, e non si voglia chiamare offesa della mia franchezza; e se giudicherà di riprendermi, lo faccia, ch’io mi pentirò dell’ardire, ma confiderò che V. S. non m’abbia privato per questo della sua benevolenza, nè lasciato di tenermi per suo

Devmo Obblmo Servitore
Giacomo Leopardi