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Ho già incaricato il Librajo di vendere le di Lei canzoni al prezzo di baj. 5. onde facilitarne lo smercio. Spererei che fossero acquistate. Scrivo in giornata al S.r Co. Trissino, e gli mando copia del pf. di sua lettera a lui relativo. - Del nostro Giordani le darò migliori nuove, chè ora è in campagna, e mi scrive che trovasi più sollevato, e meno inquietato dalle profonde sue malinconie: ma pur troppo non istà bene, e io anche di Lui, e per Lui sono sempre agitatissimo. Al Conte Trissino credo bene, oltre una copia in 4. di mandarne 6. copie in ottavo, affinchè Egli abbia campo di far conoscere a’ suoi amici questa bella Canzone. Io profitto poi della di lei cortese licenza, e mi prenderò la libertà di disporre di un numero di copie della stessa Canzone per alcuni miei Amici, che essendo in più Luoghi, e alcuno fuori d’Italia, avranno luogo di far ammirare anche ai Lontani il di Lei singolare valore, e la sublime sua filosofia. Della esecuzione delle sue incombenze le darò sfogo in seguito. Sono un po’ imbarazzato di trovare un mezzo particolare per spignere a Lei Le Canzoni, che desidera di avere in Recanati, perchè per codesta Città non sono frequenti le occasioni: ma farò ogni possibile perchè sia ser- vita al più presto. - Il Foscolo2 è già preparato. Cercherò il Romanzo della Sainte Claire, che è stato tradotto da una signora mia Amica ven- l’anni sono, e allora grandissima galante, e ora non so poi per quale strana metamorfosi cangiatasi in traduttrice. Grande smania hanno le donne di far parlare di loro o bene o male che se ne abbia a dire. Ma la colpa è nostra che tanto stoltamente le educhiamo. Mi conservi la sua grazia, pregiatiss."10 S.r Conte, e se, come spero, lilla mi onora della sua amicizia, lasci da parte ogni complimento, e mi scriva alla buona, e mi comandi senza alcuna cerimonia, o riguardo. 10 non sono da Lei conosciuto, ma ritenga che io sono uomo del tutto tagliato alla semplice, e il mio cuore diventa tanto fatto quando ritrovo chi mi tratta con confidenza, e con Libertà. Quando ero ragazzo usa- vano ancora i costumi italiani, voce forte, abbracci sgarbati, parole schiette e animo apertissimo. Adesso abbiamo le civiltà francesi che consistono in voci da etici, in sillabe fra denti, in inchini, e cerimo- nie, e falsità molte, e in cuori, che non palpitano mai che per il corpo 11 cui sono attaccati. L’Amicizia che io sento e cerco è d’altra tempra. Nonostante non mancherò per questo, in quanto sappia, anche all’e- steriore non della vana etichetta, ma del vero, e debito rispetto al grado, e soprattutto all’ingegno, e sopra questo ancora alle virtù. Veneratiss.mo S.r Conte, io mi confermo per sempre

il suo devmo Servitore, e Amico
Pietro Brighenti