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311. Di Giuseppe Zacchia.
[Ascoli 4. Luglio 1820.]

Chiarissimo Signore La molta stima, che a ragione io nutro per V. S. 111.ma, ed il pro- fondo sapere di Lei, mi hanno determinato a porgergliene un’attestato [sz'c] con aggregarla in qualità di Socio Corrispondente a quest’Acca- demia Truentina, tornata non ha guari, mercè delle mie cure, nell’an- tico Suo Splendore. Si terrà essa forte onorata, se vorrà Ella aggra- dire coll’usata Sua gentilezza questo piccolo sì, ma ingenuo argomento di particolare osservanza, che gli Accademici, ed io le professiamo; e ciò tanto più perchè ragguardevoli ingegni di Oltremonti, ed i più valenti scienziati della Bella Italia, fanno già parte di questo Scienti- fico Stabilimento. Nell’atto pertanto che mi affretto d’inviarle la consueta Patente, la prego a voler giovare co’ Suoi lumi, e co’ nobili parti del Suo fecondo ingegno l’Accademia suddetta, che a buon diritto si ripromette ogni lustro, e decoro da un Collaboratore cotanto chiaro nella Letteraria Repubblica. Mi piaccio di salutarla con distinta considerazione Devino Serv. Zacchia Presid. Ascoli 4. Luglio 1820.

312. Di Pietro Brighenti.
Bologna 8. Luglio 1820.

Sig/ Co. Padrone e Amico veneratiss.” A forma di quanto L’avvertii colla mia 17. giugno, responsiva alla pregiata sua 9. detto, io feci intraprendere la stampa della bellissima sua canzone all’Ab. Maj, con La Lettera al Conte Trissino. Mi faccio un dovere di spedirle un’esemplare [sic] di detta Canzone, che rice- verà per consegna a maggiore sicurezza che non si smarrisca. Io atten- derò i di Lei ordini per disporre delle altre copie, che sono in pronto.