Piacenza 18. giugno [1820] |
Mio sfortunatissimo e amatissimo giacomino. Anche la tua 12. mag-
gio si è perduta! Lo veggo da questa dei 9. giugno, che mi ti mostra
sempre affettuoso, e sempre infelice. Caro Giacomino: possiamo
limarci; poiché qual forza vince gli animi? Consolarci non possiamo già:
e se pur fossimo insieme, insieme piangeremmo di questa immensità
di delitti e di guai, che fa detestabile ed insopportabile la vita a chi
non è scellerato. Io lo veggo e lo sento che i tuoi mali non hanno misura,
non hanno fine, non rimedio, non sollievo. Solo posso dirti che quando
Iddio ti manderà la morte, l’accetti come un bene; e ti persuadi di
non perder nulla perdendo la vita. Io ho vissuto assai più di te; e cre-
dimi che al mondo non ci è un bene per chi non è cattivo. Quid sumus?
et quidnam victuri gignimur?... Il cattivo può rispondere che è man-
dato a tormentare i buoni: ma il buono a che fine dee patir tanto tanto?
10 ho rinunciato alla speranza della sanità, come ad ogni altro ben
bublico o privato: abbandono la barca in alto a discrezione delle tem-
peste. Quanto a’ mali miei, che oltre la salute, pur ne ho, son di vero
sasso: ma son molle e mi consumo di afflizione per gli altrui. E per
i tuoi, mio giacomino, non credi tu che io spasimi e mi disperi? Oh
sì sì: ma che giova? Salutami tanto Paolina e Carlino, e ringraziali della
memoria. Ostiniamoci a scriverci, a dispetto o degli uomini o del caso,
che tanto ci contrasta. Non abbiamo altro che sospiri e gemiti da man-
darci; non conforti, non speranze: pur è qualche cosa che l’uno e l’al-
Iro di noi non sia solitario e affatto separato nelle sue angoscie. Io
11 feci coraggio, ti raccomandai lo sperare finche potei. Ora non ho
nitro che una parola da dire: pazienza pazienza: e che altro fare con-
iro i mali irrimediabili inevitabili? Credimi: tutto questo mondo non
è altro che un immenso male. Che ci possiam noi, piccoli, e (che peg-
gio è) buoni? Non possiam altro che patir insieme, e amarci: e questo
■,i faccia sino all’ultima ora; che a me e a te (come ad infelicissimo ed
amatissimo) auguro non lontana. Addio carissimo Giacomino: addio
uddio.
413 Biblioteca Comunale
Dan Datine ti Sarra
FONDI