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centisti, ma i cinquecentisti non pensarono che si trovasse, nè che volendo esser letti, bisognasse adoperarla. E i latini in que- sto, benché più discreti e avveduti (che alla fine erano altri uomini) tuttavia non hanno gran lode, ma s’è rimediato facil- mente colPinterpunzione come si dovrebbe fare ne’ cinquecen- tisti. Io p[er] me, sapendo che la chiarezza è il primo debito dello scrittore, non ho mai lodata l’avarizia de’ segni, e vedo che spesse volte una sola virgola ben messa, dà luce a tutt’un periodo. Oltre che il tedio e la stanchezza del povero lettore che si sfiata a ogni pagina, quando anche non penasse a capire, nuoce ai più begli effetti di qualunque scrittura. Voglimi bene, e divertiti p[er] amor mio. Ti abbraccio e ti bacio. Addio addio.

302. Di Pietro Brighenti.
Bologna 17. Maggio 1820.

Sig.r Co. Padrone veneratiss." Avevo già disposto una Lunga Lettera, che ho poi deliberato di non inviarle. Risponderò invece più brevemente che posso alle due favorite sue 21. e 28. scorso mese. Io voglio lusingarmi ch’Ella avrà ripreso La sua tranquillità, e non vorrà mai rattristare nè se stesso, nè gli amici e ammiratori, ch’Ella ha in Italia, con tenersi fermo alle idee delle quali si degnò di farmi confidenza. Delle quali più a Lungo voleva parlarle, ma Ja sua del 28. mi ha fatto accorto, che io forse ho nel momento alcun poco perduto della sua grazia. Signore, io penserò male, e mi esprimerò peggio: debbo però a Lode del vero, e per giusta soddisfazione dell’animo mio sincerarla, che ciò che le scrissi, era ciò che ogni altro uomo di onore, e desideroso di vederla contenta avrebbe scritto. Le chiedo bensì umilmente scusa, ove io avessi ecceduto in Libertà di sentimenti, e di parole. Che se Ella suppone che io mi sia permesso di giudicare della Canzone sua sullo strazio ec. sono certo, che mi sarò espresso in modo a me conveniente, o almeno che tale era la mia intenzione. Non sono poeta, non erudito, non Letterato, e non pretendo ad alcun diritto in tutto quanto è Lungo e Largo lo scibile umano. La necessità in cui credei di essermi trovato di pro-