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297. Di Pietro Brighenti.
Bologna 22. Aprile 1820.

Veneratiss.0 S.r Conte Non ebbi torto a scriverle nell’ultima mia del 12. and. che il suo Sig.' Padre era desideroso di mostrarle in ogni incontro il suo affetto, e la sua stima. Egli mi ha scritto1 che non vorrebbe si ristampassero in questi tempi di burrasche politiche le due Canzoni «All’Italia» e per il Dante; ma che lascia al mio arbitrio di stampare le tre inedite, benché quella della Donna morta col suo portato, Egli non gradirebbe che si pubblicasse per varie ragioni assai buone, ch’Egli mi ha scritte. E perchè (a parlarle con La Libertà che inspira L’affetto, e La rive- renza che le professo) non credo che questa sia quella delle tre Can- zoni, che superi Le bellezze delle sorelle, e perchè io ho sempre prati- cato che a un’atto [sic] di cortesia si debba renderne un’altro, io direi, che essendo Ella Libero di farle stampare tutte e tre, ne stampasse due sole; cioè quella al Maj, e quella per malattia. Su di che io atten- derò Le savie sue risoluzioni. La spesa in questo caso sarebbe della metà, e anzi di qualche cosa di meno della metà di quanto le avevo detto. E se gradisse che fossero unite all’Abbreviatore lo farò, poiché vedrà che vi si uniscono i lavori d’altri ingegni illustri, e nel numero secondo che Le spedisco unito al terzo, vi leggerà un discorso del nostro giordani. Nel fascicolo 2.0 vi sarà un’articolo [sic] del Prof.0 Costa, e una Canzone inedita del Co. Marchetti, che jeri sera me ne diede pro- messa cortesemente. Oh! quanto bramerei ch’Ella conoscesse Bologna, e questi Lette- rati, i Mezzofanti, gli Strocchi, i Marchetti ec. ec. presso i quali mi fa- rei un debito di esserle guida. E io avrei la consolazione di conoscerla di persona, il che desidero con tutto L’ardore. Non so s’Ella ami La musica e il teatro. Avremo qui a momenti un grandioso spettacolo. Certo Ella ama La grave, e sublime Letteratura, e questa pure si trova in Bologna, e sono sicuro, che si troverebbe contento di questa gita. Ma io La importuno con parole, che saranno vane, e gliene chiedo perdono. La mia brama di parlarle in voce, e La mia impossibilità di recarmi da Lei, mi facevano obbliare, ch’Ella conosce il meglio di questi Letterati, conoscendone gli scritti, e che degli spettacoli non saprebbe forse cosa farne. Ma Ella sa, che noi crediamo che tutti abbiano le