Stmo Sig.c Prone ed Amico
Sarebbe sempre la massima indiscretezza, e molto più in que-
sti tempi, l’esigere da un amico l’impronto di qualunque somma.
E perciò era mia intenzione di spedirle, com’era dovere, anti
cipatamente la somma necessaria p[er] la nota edizione, quando
avessi saputo stabilmente che si dovesse eseguire p[er] conto
mio. Ma V. S. forse saprà ch’io sono figlio di famiglia, e quando
da principio la pregai di questa edizione non possedeva ancora
effettivamente il danaro bisognevole, ma era persuaso che l’avrei
ogni volta che avessi voluto, e a tutti quelli che mi conoscono
qui o altrove, credo che dovesse parere il medesimo. Dopo la
sua compitissima dei 22 p.p. ho conosciuto di essermi ingan
nato, non avendo in nessun modo potuto riuscire ad accumu
lare la somma intiera. Abbassarmi non voglio, e non è stato mio
costume mai da quando la disgrazia volle mettermi in questo
mondo. E potrà anche far la fortuna che mi manchi il vitto e
il vestire, ma non costringermi a domandarlo neppure alla mia
famiglia. Perciò rinunzio intieramente a qualunque progetto così
relativamente a questa, come a qualunque altra edizione; e per-
chè il mio ingegno è scarsissimo, e per grande che sia qualun-
que ingegno, non giova mai nulla in questo mondo, son riso
luto di sacrificarlo totalmente all’immutabile ed eterna scel
leratezza della fortuna, col seppellirmi sempre più nell’orribile
nulla nel quale son vissuto fino ad ora. Prego V. S. che non pensi
più a me se non come all’uomo il più disperato che si trovi in
questa terra, e che non è lontano altro che un punto dal sot
trarsi per sempre alla perpetua infelicità di questa mia maledetta
vita. E ringrazio sommamente il cielo d’essermi convinto del
l’impotenza mia, prima che un amico qual è V. S. avesse ancora
intrapreso nulla per me, che mi togliesse la possibilità di tron
car l’affare come fo presentemente.