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265. Di Ferdinanda Melchiorri.
Roma 27. 9inbre 1819.

Caro Nepote E di mio doveroso piacere il mantenervi la parola, vi promisi prima di partire di scrivervi, ed ora lo fò. Non potete credere mio caro Gia- como quanto voi m’interessate e quanto gradirò di avere nel vfo cuore un posto distinto. Le vfe buone qualità, l’amabili vfe maniere, il vfo sensato pensare, il vfo sensibile cuore, sono tutti stimoli per cattivarvi l’affetto di ogni persona, più poi di chi vi appartiene per sangue; vi assicuro che nel tpo che ho goduto la vfa compagnia havete interes- sato il mio cuore totalmente, e vorrei potervi esser utile a qualunque mio costo, conosco però pur troppo la mia insufficienza per lusingarmi di poter mai giugnere al compimento di questo mio desiderio, mi lusingo pertanto che voi lo gradirete anche sza che esso abbia il suo effetto. Conoscendolo voi e credendo di poter profittare della mia ami- cizia non avete che a parlare, io intanto desidero essere ragguagliata minutamente della vfa salute tanto a me cara. Le nuove della mia e di tti di mia Casa sono ottime. Il Cavfe,1 Nanna, Peppe, vi salutano ben di cuore, voi fate altrettanto in mio nome prima a Nonna come a me più interessante, dicendole che non le scrivo in quest’ordinario onde non moltiplicar Lettere, a’ vfi Genitori e Fratelli tra’ quali intendo la sorella ancora. Addio, mio caro Giacomo, vogliatemi bene e crede- temi a tto prove la vfa Affma Zia Melchiorri Salutate ancora don Sebastiano e don Vincenzo.2

266. Di Pietro Giordani.
Milano 8. Decembre [1819]

Mio povero Giacomino. Ti scrissi il 25. novembre. Domani parto per Piacenza; dove starò un pezzo. Prima di partire rispondo alla tua ultima 19. novembre. Oh mio Giacomino; che lettera! ma pur troppo