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nè fatica. Se questa ti arriverà, sappi ch’io vivo, o piuttosto non vivo, al mio solito, che ti amo come sempre, e mi struggo d’aver nuove di te, mancandone da più d’un mese in poi. Carlo e Pao- lina ti amano e ti salutano. Al Brighenti non mi sovviene più quante lettere ho scritte in questi giorni senza risposta. Voglimi bene ch’io sono il tuo povero amico

258. Di Pietro Giordani.
Milano 22. Settembre [1819]

Mio amatissimo. Non vedendo alcuna tua lettera, dopo quella 26. luglio, alla quale avevo risposto il 4. agosto; io ti scrissi il 10. di que- sto settembre.1 Ora ricevo la breve dei 13. da te, e da Carlino: ma quella dei 20. agosto che mi scriveste in comune è dunque smarrita. Oh pazienza! o anzi oh disperazione di maledette poste! E nondimeno bisogna perseverare a scriverci; tanto che almeno sappiamo reciproca- mente d’esser vivi. Credi pure che se Montani e Brighenti non rispon- dono è segno che non ricevono le lettere: perchè sono ottime persone, e non mancherebbero. Ma vedo quanto dolorosa anzi disperata dev’es- sere la vostra situazione. Oh non potete imaginare come il mio cuore n’è tormentato: e non poterci trovare rimedio! altro che sforzarsi alla pazienza. L’affare della milizia piemontese era difficile sin da principio a’ forestieri; ora infinitamente più; crescendo ogni dì il numero de’ nazio- nali che devono impiegarsi: essendo ivi numerosa e povera la nobiltà; perchè restituiti i fedecommessi, i cadetti non hanno niente; e tutti corrono alla milizia per farsi uno stato. Ci vuole poi una spesa non piccola: e a questa come s’indurrebbe mai vostro padre, già ripugnante a lasciarvi uscir di casa? e so che la spesa è forte, perchè anni sono un mio cugino potè ottenere di entrare nel reggimento di Carignano: ma per un pezzo bisogna che ancora si mantengano da se come cadetti. Onde vedi Carlino, che questo partito non può riuscire senza grande opera di vostro padre: e come indurlo? Mai andrà a Roma in principio d’inverno, avendo accettato d’esser custode della Vaticana. Non so se ivi potrà giovare a giacomino: certo gliene parlerò: e giacomino quando sarà a Roma può scrivergli; per tentare se si potesse uscire.