taneamente! Il suo silenzio sopra la sua salute mi fa sperar bene. Non
prego altro che di sentirla sano e contento in ogni proposito. Eppure
la sua lettera mi ha lasciato qualche desiderio. Che sono a questo
momento, rispettabilissimo Signor Conte, i profondi suoi studj? E quai
doni promette Ella a chi ha tutto il diritto di aspettarne da Lei? E
quanto dovranno essere aspettati? Si ricordi, che della Italia presente
la storia non potrà far discorso che di sculture, e di un po’ di lettere.
Queste sperano in Lei fortemente: guai se fossero tradite.
Giordani dopo ch’è a Milano non mi ha scritto un verso. Il dovere
di non fastidirlo con lettere mie mi conforta più poco.
Niente che possa essere riferito a Lei dà questo paese neghittoso
affatto.
Ella mi si mostra pure di cuore tanto buono che non posso tacerle
una mia contentezza. Tutta la mia vita fu travagliata da erpete rab-
biosissimo, e di natura nuova propriamente. Da due anni mi dava tre-
gua. Quasi credesse che lo avessi dimenticato, ne’ giorni passati si fece
vedere più brutto che mai. Ma si contentò di poco; scomparve; e ora
sono nella sanità di prima.
La sua lettera cortesissima del 23. agosto non mi è stata data dalla
posta che jeri sera.
Si degni di continuarmi la sua amorevolezza, tanto più cara a chi
sa di esser nulla; e che non è buono che di rassegnarsi sincerissima-
mente col più affettuoso ossequio
Suo Obb.mo Aff.mo Servitore Leonardo Trissino |
Il 20 del passato risposi alla tua cara del 4,1 e volli tornare
a scrivere al nostro Montani a Varese. Non vedo risposta nè
all’una nè all’altra lettera, ma della seconda mi dispiace, della
prima sto con dolore, e p[er] alleggerirlo ti scrivo nuovamente
essendo deliberato d’ora innanzi di tentare le poste solamente
p[er] te, stante ch’eccetto in questo commercio che si vuol man-
tenere anche coi mezzi più disperati, non voglio gettar più carta