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Di Saverio Broglio d’Ajano. |
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Mio cariss.0 Conte Giacomo
La vostra cariss.” data li 13 corr.° non mi trovò in Macerata. Ritor-
natovi la sera de’ 18 mi convenne prendere e guardare alcuni giorni
il letto per colpo di aria mal preso e di cui il poco felice mio petto
risente ancora. Sia ciò di giustificazione all’involontario ritardo di que-
sta risposta.
La cariss. vra è scritta con franchezza ed a cuore aperto, ciò che
ad onta dell’amaro argomento ho gradito moltissimo come prova della
vostra bontà per ine, e ve ne ringrazio di tutta l’anima. Sono poi nella
stessa bontà vostra sicuro che non vorrete offendervi se con pari inge-
nuità e franchezza prendo a rispondervi.
Voi dite bene che se avessi potuto sospettare la vostra domanda
priva di consentimento paterno, o non avrei impiegato le mie premure
ad ottenervi il noto passaporto, o sospendendone l’impegno, avrei pre-
gato voi (e non altri che voi) a farmene avere l’assenso del vostro Sig.r
Padre, senza del quale nè io avrei avventurato mai la mia opera, nè,
trattandosi della vostra età e stato di figlio di famiglia, la Superiorità
medesima ve lo avrebbe accordato. Io lo richiesi per voi con buona
fede, perchè me ne assicuraste il paterno piacere; il Governo me lo
accordò sulle assertive mie dopo quanto me ne scrivevate che vi con-
correva il suddetto consenso. E senza que’ giri di simulazione e di
secrete manovre delle quali è affatto incapace il bene noto carattere
mio e che mi sembrano ingiustamente passarvi forse per l’animo, della
buona fede mia siavi appunto riprova l’avere accluso il passaporto allo
stesso Conte Monaldo in occasione che ebbi di scrivergli, supponen-
dolo, come io dovevo supporlo ed avendomene assicurato voi, inteso
e contento. L’affare senza che altrimenti ne pensiate è andato natu-
ralmente per mia parte così. E sebben per parte vostra e da voi stesso
rilievo che per parte vostra e sulle vostre assertive ho corso rischio
di compromettermi col Governo, e, ciò che più mi dispiace, di perder
l’antica e non mai alterata amicizia del vostro Sig.re Padre, non nego
di provarne pena, ma non ve ne fo rimprovero, sodisfatto di quanto
in questo proposito graziosamente mi esprimete, e compassionando
una inavveduta mossa giovanile che altrimenti aveva ragion di temere