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dere. Forse troppo vii cosa offrii al vostro esame. In ogni modo per- donatemi. Di quelle sestine non ho pure una copia; ne [sic] posso molto ritardare di offrirle alla Censura, e loro dar luogo nel Prospetto, che per l’ordine dell’Accademia viene stampato. Se vi piace, rimandate- mele, ond’io meco le porti a Macerata; o trattenendole, fate vi prego, ch’io le riabbia al principio della settimana ventura. Rimando al Con- tino Carlo le sue grammatiche inglesi; lo ringrazio di core; lo saluto con infinita stima. Se a voi piace contarmi fra’ vostri ammiratori, io sarò eternamente Vostro aff. Serv.re ed Amico Venanzio Broglio D’Ajano

253. A Leonardo Trissino.
Recanati 23 Agosto 1819

Pregiatissimo Sig. Conte Finattanto che il nostro Giordani s’è trattenuto costì, non ho mancato ogni volta ch’io gli ho scritto di domandargli nuove di V.S. nè di pregarlo che le facesse riverenza in mio nome. Ora ch’egli è partito, desiderando pur sempre d’aver notizia di V.S. conviene ch’io preghi Lei stessa a volermene soddisfare per sua gentilezza. Anche avrò caro ch’Ella mi dica se ha più nessuna memoria di questo ch’Ella accettò così benignamente per servitore, e se mi conserva quella benevolenza che si com- piacque di significarmi, non ostante il mio demerito. Io non mi posso dimenticare di un giovane signore italiano così amore- vole, nè di sentimenti così magnanimi, nè di tanti pregi e virtù d’ogni sorta, che se fossero meno singolari in questa povera terra, non sarebbe stoltezza lo sperar bene della nostra patria. Desi- dero che questa le riesca meno fastidiosa che può, e ch’Ella prenda in grado la sollecitudine ch’io porto di restarle sempre in considerazione di suo Dfho Obblmo Sfe Giacomo Leopardi.