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Di Arcangelo Sartori. |
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Recanati AI Sig.r C.,c Giacomo Leopardi
Le accuso la ricevuta delle 130 Copie Canzoni che ne procurerò
lo smercio possibile a quel prezzo che potrò, ed al primo incontro ne
spedirò anche in Bologna, ed altre parti. Tanto mi accade di dirle, ed
ho il bene di protestarmi
Dmo Ser.e
A. Sartori
Non occorre ch’io ti dica se m’abbia contristato la tua de’
24 di Maggio. Per amor di Dio, scrivimi o fammi scrivere come
ti senta, ed abbiti quel riguardo che si può maggiore, che l’avrai
non a te solo ma istessissimamente a me pure. Già ti scrissi altra
volta che non ti può accader cosa nè lieta nè grave che non accada
in un medesimo tempo al tuo buon amico: però se mi vuoi bene
guarda quanto sai che non t’accada mai cosa dispiacevole, che
daresti argomento di sommo dolore a me, al quale so che vorre-
sti dare ogni materia di soddisfazione. Tu non ignori quanto
mi sappiano squisitissimi i frutti de’ tuoi studi; ma sai pure ch’io
molto più ti voglio sano e felice (quanto può l’uomo, e tu che
non sei fatto p[er] questo) di quello che non desidero il diletto
che le tue fatiche mi partoriscono.
Ti scrissi il 28 del passato collo stesso ordinario che mi portò
l’ultima tua. Scrivendo al Roverella ed al Mai, e parlando col
Trissino, non ti dimenticare di salutarmegli amorosamente il
più che puoi; fammi questo piacere. Il Montani credo che avesse
la mia seconda lettera: so che non ebbe nè anche il secondo escm-