care. Favoritemi di salutare amorosamente in mio nome il Conte
Trissino, e darmi nuove di lui, già ch’egli così gentilmente mi
dice di desiderare le mie che sono le ordinarie. Mio caro, se
puoi, non lasciarmi tanto tempo senza tue lettere che sono l’unica
mia consolazione. Vivo sempre mezzo disperato, ma quando
finalmente e venuto il giorno che mi dovrebbe portare qualche
tua parola, ed io sto sospirando la posta, e venuta, trovo che
non ha niente, pensa tu com’io rimanga. Addio, carissimo, addio.
Ti salutano i miei fratelli.
230. |
Di Pietro Brighenti. |
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Veneratiss." Sig.r Conte.
Ella mi ha fatto un prezioso regalo, spedendomi un’esemplare [s/c]
delle sue veramente bellissime Canzoni. Qui sono molto ammirate
dagl’intelligenti,1 ed è da augurare all’Italia che quelle due siano
seguite da molte altre, siccome voglio Lusingarmi. Quando Ella potrà
avere occasione di inviarmene il pacchetto, che mi dice avere presso
di se, io cercherò di tosto divulgarlo, e procurarne lo smercio.
Per La posta, e sotto fascia Le spedisco l’unico esemplare, che io
aveva delle Prose Giordani. E tagliato, perchè Lo aveva riserbato per
me. Ne ho ordinate a Milano altre copie, che presto mi arriveranno.
Ho scritto di nuovo a Pesaro, perchè non si manchi d’invi arie que-
gli altri Libri, che io aveva colà raccomandato al Sig.1' marchese
Arnaldo Antaldi. Gradirò poi che mi avvisi se Le sono giunti.
E con pienissima stima, ed ammiraz.ne mi riprotesto
suo devino obblmo servit. vero
avv. Pietro Brighenti
Ho scritto al nostro Giordani e gli ho partecipati i di Lei saluti.