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1 GIACOMO LEOPARDI cuni versi, non mosso da altro che dal racconto delle sue virtù singolari fattomi dal Sig. Pietro Giordani nostro comune amico, il quale ora m’accerta che niente l’è stato renduto. Con che libe- rato dal timore d’infastidirla una seconda volta che fin qui m’avea ritenuto dal replicare, torno a commettermi alla posta, riman- dando copia de’ versi, per non mostrare di pentirmi della con- fidenza avuta da principio nella bontà di V. S. La quale, com’Ella vede, è stata così grande ch’io senza considerare il merito mio, sono stato indotto a ricercare la sua conoscenza della sola cogni- zione del suo, ch’è appunto una di quelle cose che la fanno più specialmente superiore sì a me sì al comune degli uomini. Di questa insigne confidenza presumo ch’Ella mi sia grata, e per rispetto suo mi perdoni e la povertà del donativo, e quella del donatore, e la molestia ch’io le reco, e m’accetti per suo

Devino Obblmo Servitore
Giacomo Leopardi

Recanati 26 Aprile 1819.

221. Di Pietro Brighenti.
Bologna 28. Aprile 1819.

Veneratiss.1’ Sig.r Conte. Questa mattina dall’Uffizio postale delle Lettere mi sono stati pagati per di Lei ordine S. 6.84. con che rimane saldato il noto conticino, nè Ella si prenda ulteriore pensiero del pic- colo divario dei baj. 16. - Tosto che mi giugneranno le di Lei applau- dite Poesie, non mancherò di procurarne la vendita. Lo squarcio di Lettera del nostro Giordani era chiuso in una mia, che le doveva essere recapitato col mezzo della Delegazione di Governo, avendone io pregato un Personaggio in carica, affine Le giugnesse con sicurezza. Le mi offro, o Signore, dove mai le potesse servire La insufficienza mia. Le rassegno i saluti del buon Giordani, che di Lei amorosissima- mente mi scrive in data di Vicenza. E col più profondo rispetto mi rassegno di nuovo suo um.mo dev.mo obblmo serviti Avv.'° Pietro Brighenti