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mese e mezzo addietro che volea fare il piacer suo. Dopo di che non so altro. Ti ringrazio molto della commissione data p[er] me al Brighenti, il quale mi scrive di te, ma anche mi avverte che una sua, dentrovi un passo d’una tua lettera, ha fatto il solito naufragio.1 Delle contezze in ordine alla milizia piemontese, e delle espressioni d’infinita amorevolezza, non presumiamo di poterti ringraziare, ma compensarti sì bene, se l’amore si com- pensa bastantemente coll’amore. Ti lascio coi saluti di Paolina e di Carlo, stringendoti fra le braccia, e pregandoti quella feli- cità che tu desideri invano al tuo sviscerato amico.

216. A Giuseppe Montani.
[Recanati 19 aprile 1819]

Stimatissimo Sig. Professore Dal nostro comune amico il Sig. Pietro Giordani fui raggua- gliato così delle rarissime qualità di V. S. come particolarmente di questo, che se le avessi mandato alcuni pochi miei versi pub- blicati recentemente Ella non gli avrebbe rigettati, non ostante la piccolezza del dono e del donatore.1 E m’esortava a mandar- gli, e a ricercare in tutti i modi la sua conoscenza, come cosa onninamente desiderabile e preziosa. Feci quanto mi consigliava, e le scrissi, e mandai copia de’ versi; dopo di che, non perch’io mi fidassi del merito mio, ma della sua benignità, stava aspet- tando risposta. E aspettatala molto tempo indarno, avrei voluto replicare pel gran desiderio di procacciarmi, s’io avessi potuto, la sua benevolenza, ma dubitando se la mia lettera colla stampa le fosse giunta, non volea pormi a rischio di molestarla un’altra volta. Ora il Giordani m’assicura che la posta s’è divorato il tutto2 ed io torno ad avventurare un’altra lettera, e un altro esemplare de’ versi p[er] vedere se mi sarà possibile di farle noto l’amore che mi ha destato il racconto delle sue virtù, e il desi- derio che s’Ella disprezzerà il mio povero dono in quanto è cosa piccola e vile, non lo rifiuti in quanto viene da un cuore affet-