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199. A Pietro Giordani.
Recanati 15 Marzo 1819.

Aspettava la consolazione di qualche vostra parola dopo le molte anzi troppe mie dei 12 e 19 del passato. Ma non veden- done, non voglio star più a ringraziarvi del vostro soavissimo Discorso arrivatomi da Bologna col penultimo ordinario.1 Non mi distenderò in dirvi quanto m’abbia dilettato, potendo già figurarvelo. Basti dire che dove prima di leggerlo mi lamentava che dovessi aspettarlo troppo, ora quasi mi duole che non abbia indugiato da vantaggio, atteso che non ha bastato punto a saziarmi, anzi non ha fatto altro che accrescermi l’impazienza pel desiderio degli altri due. Solamente soggiungerò che m’hanno fatto gran colpo quelle due gravissime conversioni delle pagine 10 e seguenti, e 62 e seguenti. O mio carissimo, BdXX’ outw?, ai' xév xi 9ÓCù? Aavaotai yévr)ou.2 Paolina e Carlo vi salutano ca- ramente, ed io mentre che v’abbraccio, vi prego a non lasciarmi senza vostre lettere quando possiate senza troppa molestia. Addio

200. A Pietro Giordani.
Recanati 19 Marzo 1819

Mio caro carissimo. Se la posta ha perdonato alla mia del- l’ultimo ordinario, vi sarete accorto ch’io non ho mancato di rispondere alle vostre amorevolissime dei 3 e dei 5 di febbraio, anzi risposi a lunghissimo, e mi parea d’essere stato indiscreto. Voi mi rassicurate ch’io non lo creda, anzi volete ch’io mi distenda più ch’io posso: e però siccome quella povera lettera,1 contenendo come vedete, parecchi testi raccolti qua e là, e cose tali, la feci copiare, così l’avrete qui sotto tutta quanta. La mia dell'ordinario passato (la quale resta raccomandata alla clemenza