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195. Di Filippo Schiassi.
[Bologna 12 Marzo 1819.]

Illmo Sig.re Io non merito per nessun conto nè sì bel dono, nè sì gentil lettera. Ben le son grato dell’uno, e dell’altra. E del dono poi oltre al ringra- ziarla, siccome fo vivamente, mi congratulo con Lei assaissimo. Altezza di pensieri, grandezza e vivacità d’immagini, stile poetico, felicità di condotta a mio giudizio vi campeggiano a meraviglia. Nuovamente me ne rallegro, e La ringrazio, mentre con vera stima, e riconoscenza mi pregio di dichiararmi di V.S. Illma Devmo Obblgmo Serv.° Filippo Schiassi Bologna 12 Marzo 18x9.

196. Di Pietro Giordani.
Piacenza 13. marzo [1819]

Dunque è inchiodato un qualche maledetto destino che dopo l’ul- tima 12 febraio niuna vostra lettera possa arrivarmi? Certo mi sarà sempre impossibile che voi stiate un mese senza scrivermi; e che tre lettere mie non v’impietosiscano di mandarmi una riga. Oh quanta invitta pazienza ci bisogna! io sarei tanto consolato delle vostre let- tere, nè a voi sono discare le mie; e il bel governo ci fa disperare! Se questa mia non se la porta il diavolo, ci troverete dentro una parola detta di voi dal Mai; ma degna e di voi e di lui. Vi mando la lettera da lui scrittami dopo aver ricevute le vostre stupendissime canzoni.' Finalmente oggi m’arriva una lettera del 1. da Perticari; al quale avevo scritto (come vi dissi) per voi: dal Borghesi non ancora risposta. Ma certamente la colpa non è sua: forse non ebbe la mia lettera, perchè mi manda saluti, e nulla d’aver avuto lettera. Perticari con lunga e troppo vera enumerazione mi dimostra che tutti i buoni impieghi in Roma sono dei preti: e conchiude che il solo