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Di Filippo Schiassi. |
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Illmo Sig.re
Io non merito per nessun conto nè sì bel dono, nè sì gentil lettera.
Ben le son grato dell’uno, e dell’altra. E del dono poi oltre al ringra-
ziarla, siccome fo vivamente, mi congratulo con Lei assaissimo. Altezza
di pensieri, grandezza e vivacità d’immagini, stile poetico, felicità di
condotta a mio giudizio vi campeggiano a meraviglia. Nuovamente me
ne rallegro, e La ringrazio, mentre con vera stima, e riconoscenza
mi pregio di dichiararmi
di V.S. Illma
Devmo Obblgmo Serv.°
Filippo Schiassi
Bologna 12 Marzo 18x9.
Piacenza 13. marzo [1819] |
Dunque è inchiodato un qualche maledetto destino che dopo l’ul-
tima 12 febraio niuna vostra lettera possa arrivarmi? Certo mi sarà
sempre impossibile che voi stiate un mese senza scrivermi; e che tre
lettere mie non v’impietosiscano di mandarmi una riga. Oh quanta
invitta pazienza ci bisogna! io sarei tanto consolato delle vostre let-
tere, nè a voi sono discare le mie; e il bel governo ci fa disperare! Se
questa mia non se la porta il diavolo, ci troverete dentro una parola
detta di voi dal Mai; ma degna e di voi e di lui. Vi mando la lettera
da lui scrittami dopo aver ricevute le vostre stupendissime canzoni.'
Finalmente oggi m’arriva una lettera del 1. da Perticari; al quale avevo
scritto (come vi dissi) per voi: dal Borghesi non ancora risposta. Ma
certamente la colpa non è sua: forse non ebbe la mia lettera, perchè
mi manda saluti, e nulla d’aver avuto lettera.
Perticari con lunga e troppo vera enumerazione mi dimostra che
tutti i buoni impieghi in Roma sono dei preti: e conchiude che il solo