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chè non solamente l’ingegno, ma il cuore eziandio v’è toccato de’ rarissimi e preziosi, certo che mi perdonerete, se conside- rando la soavità e l’affetto del vostro scrivere, non ho potuto far che l’amore non prevalesse alla riverenza, nè tenermi ch’io non corra ad abbracciarvi strettissimamente, e pregarvi che mi vogliate essere amico, già ch’io, posto ancora che non voleste, bisognerebbe pur che fossi vostro fin ch’io vivessi. Che vogliate dir qualche cosa delle mie povere canzoni nel vostro giornale, non posso altro che ringraziarvene caramente. S’io vi dicessi che non lo meritano di gran lunga, direi quello ch’è vero, ma forse non parrebbe che parlassi di cuore. E lasciando questo, io non sono tant’oltre colla filosofia che mi basti l’animo di rifiutar l’onore che mi verrà dall’aver dato a voi materia di scrivere, o a qualcheduno de’ vostri amici, ch’es- sendo tale, sarà certamente da molto più che non è degno il mio libricciuolo. In ordine a quello che mi scrivete, ch’io dia mano al vostro giornale, voi siete padrone di me, laonde abbiatemi per delibe- rato a far sempre il piacer vostro. Ma non mai per amor della Marca, giacché quanto è l’affetto ch’io porto a questa nostra patria comune ch’è l’italia, tanto bisogna che mi lasciate odiare intensamente questa vilissima zolla dov’io son nato: della quale vorrei che vi faceste in mente questo concetto, che non potete mai stando lontano pensarne tanto male che da presso non foste per trovarla peggiore. Non credo solamente a voi, ma posso dir vedo e tocco con mano che il rimettere i buoni studi in Roma è fatica smisurata ed erculea, massimamente che non basterà farsi dal seminare, ma prima converrà mondarla di quelle pian- tacce che la inselvano, e mi paiono infinite e radicatissime. D’aiu- tarvi in quest’opera so bene ch’io non ho forze, ma quanto al volere, già v’ho detto che son cosa vostra; per tanto farò tutto quello che vi sarà in grado. Ma bisogna ch’io vi preghi di due cose. La prima che mi facciate mettere fra gli associati al vostro giornale che ancora non m’è capitato, acciò ch’io possa cono- scere addentro e totalmente il vostro proposito, e regolarmi secondo quello. L’altra che non vi facciate maraviglia se alle