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Di Francesco Cancellieri. |
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Veneratissimo Sig.1' Conte
Il S.r Dottor Giovanni Labus, a cui trasmisi le di Lei Canzoni, mi
scrive da Milano di essere stato il primo a presentarle al Cav.r Monti,
il quale le ha gradite moltissimo, e volle, che le leggesse nel crocchio
del S.r Conte Porro, ove si trovarono a pranzo Rosmini, Breislak,
Tassoni, Caluppi, Poggiolini, ed altri, che le applaudirono al maggior
segno, avendo ammirata la forza, e l’efficacia di quello scrivere alto,
e sublime. E perciò mi ha commesso di farne con lei le più sincere
congratulazioni, assicurandola, che ha in lui da gran tempo un caldo
ammiratore, e Panegirista. Fino a’ 17 del corrente mi avvisa, che il
Cav.r Monti non avea ancora ricevute le di Lei Canzoni. Onde se io
non ne avessi spedita per la Posta quella copia, ancora non le avrebbe
lette. Io non ho voluto defraudarla del piacere di queste notizie, sicuro,
che sarà per esserle molto grato il favorevole giudizio formatone da
quegl’insigni Letterati. Mi conservi la sua grazia, mi riverisca il degnis-
simo S.r Conte suo Padre, e l’amabilissimo suo Sig.r Fratello, e mi
creda sempre con la più alta stima
di Lei Venmo S.r Conte Dmo Obblmo Serv. ed Amico
Francesco Cancellieri
Roma 20 Feb.° 1819
[Torino 20 Febbraio 1819.] |
M.mo Sig.re
Nessuna cosa poteva riuscirmi più grata quanto l’inaspettato favore
che V. S. 111.ma mi ha fatto d’una Sua gentilissima lettera, e de’ suoi
versi. Colla prima Ella mi fa certo dell’amor suo, dai secondi io argo-
mento che questa nostra comune Patria ha ancora figliuoli degni di
lei. I pochi amici ai quali ho fatto leggere le sue odi s’accordano nel
dire che esse sono calde d’amor patrio, ardite ne’ voli e nelle imagini,
maestrevolmente verseggiate, e d’una semplicità tutta greca nell’an-