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184. Di Francesco Cancellieri.
[Roma 20 Feb.° 1819]

Veneratissimo Sig.1' Conte Il S.r Dottor Giovanni Labus, a cui trasmisi le di Lei Canzoni, mi scrive da Milano di essere stato il primo a presentarle al Cav.r Monti, il quale le ha gradite moltissimo, e volle, che le leggesse nel crocchio del S.r Conte Porro, ove si trovarono a pranzo Rosmini, Breislak, Tassoni, Caluppi, Poggiolini, ed altri, che le applaudirono al maggior segno, avendo ammirata la forza, e l’efficacia di quello scrivere alto, e sublime. E perciò mi ha commesso di farne con lei le più sincere congratulazioni, assicurandola, che ha in lui da gran tempo un caldo ammiratore, e Panegirista. Fino a’ 17 del corrente mi avvisa, che il Cav.r Monti non avea ancora ricevute le di Lei Canzoni. Onde se io non ne avessi spedita per la Posta quella copia, ancora non le avrebbe lette. Io non ho voluto defraudarla del piacere di queste notizie, sicuro, che sarà per esserle molto grato il favorevole giudizio formatone da quegl’insigni Letterati. Mi conservi la sua grazia, mi riverisca il degnis- simo S.r Conte suo Padre, e l’amabilissimo suo Sig.r Fratello, e mi creda sempre con la più alta stima di Lei Venmo S.r Conte Dmo Obblmo Serv. ed Amico Francesco Cancellieri Roma 20 Feb.° 1819

185. Di Giuseppe Grassi.
[Torino 20 Febbraio 1819.]

M.mo Sig.re Nessuna cosa poteva riuscirmi più grata quanto l’inaspettato favore che V. S. 111.ma mi ha fatto d’una Sua gentilissima lettera, e de’ suoi versi. Colla prima Ella mi fa certo dell’amor suo, dai secondi io argo- mento che questa nostra comune Patria ha ancora figliuoli degni di lei. I pochi amici ai quali ho fatto leggere le sue odi s’accordano nel dire che esse sono calde d’amor patrio, ardite ne’ voli e nelle imagini, maestrevolmente verseggiate, e d’una semplicità tutta greca nell’an-