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uno solo di quelli che ci hanno in potere, certo che non sarebbe impossibile a noi quello ch’è facile a venti altri di questa mede- sima città, e a mille di questa provincia, che con sostanze e onestà di nascita e conoscenze molto ma molto inferiori alle nostre, si mantengono o mantengono i loro figli in Roma. In somma solamente che avesse voluto chi dovrebbe volere, e non volendo dice agli altri ed anche a se stesso di non potere, è cosa palpa- bile che da gran tempo avremmo ottenuto il nostro desiderio. Ma non vogliono nè vorranno mai se non quanto noi gli sforze- remo, sono contenti di vederci in questo stato, in questo vor- rebbero di tutto cuore che morissimo, si pentono d’averci lasciato studiare, dicono formalmente in presenza nostra che hanno cono- sciuto i danni del sapere, al nostro fratello minore1 danno appostatamente e palesemente educazione e genio e strumenti da falegname, e i nostri desiderii paiono stravaganze, e voglie pazze e intollerabili, a chi? non parlo degli altri che sono vis- suti e vivono essi come vorrebbero che vivessimo noi, dico a quel nostro zio che di dodici anni andò paggio alla corte di Baviera, tornato di diciotto visse per lo più in Roma finattanto che deputato dalla provincia a Napoleone e proposto per sena- tore, fatto cavaliere poi barone poi ciamberlano, andò due volte a Parigi e alla corte, ora ha stabilito il suo domicilio in Roma, trasferitaci tutta la sua famiglia, e persuasi a trasferircisi tutti i suoi fratelli e tutta la famiglia di una sorella assai meno comoda della nostra, ed ha avuto la sfacciataggine di dirmi più volte spontaneamente che sapeva di non potere educar bene i suoi figli se non fuori di qui, e poi scrivermi una lunga lettera p[er] provarmi ch’io la fo da ignorante e da stolto pensando solamente d’uscire di Recanati. Il progetto della milizia torinese è appunto quello che Carlo da un pezzo stima il solo che faccia p[er] lui, ed ha intenzione di manifestarlo quando con un rifiuto virile e pertinace avrà certificato suo padre ancora tacente e persuaso di poterlo con una parola rimuovere dal suo proposito,2 che in tutti i modi gli bisogna abbandonare qualunque speranza fondata sul sacrifi- zio della libertà e della felicità di suo figlio.