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e ben seguito discorso anche sopra materie ovvie e giornaliere. Demo- stene, che si fece Oratore così grande a forza di combattere le sue fisi- che imperfezioni, declamava, come sapete sulla spiaggia del mare per assuefarsi a declamar poi sulla fluttuante moltitudine di Atene. Questo mio cicaleggio è assai lungo per la noja che vi arrecherà, ma è brevissimo in confronto dei tanti altri riflessi che potrei farvi, onde dimostrare l’irragionevolezza e la deformità della vostra malin- conia e della vostra prematura anzietà di cambiar soggiorno. Datevi allo studio delle cose che si riferiscono a Dio, all’Uomo al Cittadino. Dopo tante obblazioni recate alle Muse piacevoli, sagrificate alle Muse severe. Lasciate l’intensa occupazione delle belle lettere, per applicarvi alle buone Lettere, giacche [sic] le prime han da servire di ornato alle seconde, ed il dolce allora merita plauso, quando è unito all’utile. Se voi amate la vera gloria, molto vi resta ancora a fare per lei. La vera gloria di un letterato Cristiano consiste nelle produzioni che contri- buiscono realm.e alla maggiore moralità ed agiatezza dei suoi simili. Quel multiplicar libri sopra libri per prurito di farsi un nome, è una vanità di cui non solo Dio, ma financo l’uomo ricusa la mercede. Pro- fittate dunque di tanti studi finora fatti, e della verde vostra età per far meglio quelli che ancora vi restano a fare. Rinvigorite la vostra salute col moto, colla proprietà, e con il gioviale discorso. Lasciate l’in- soffribile pedantismo di questi enucleatori delle greche e latine anti- chità, già illustrate fino al voltastomaco da tanti insigni e pazientis- simi indagatori. Discendete dalla vetta del Parnaso, ed internatevi entro le cose che muovono gli uomini in questa valle di lacrime. Leggete con attenzione ed interesse nei pubblici fogli gli avvenimenti del tempo nostro, giacche [sic] poco gioverà a voi ed ai vostri simili che abbiate trovata la forma vera del peplo di Ecuba, e dell’orinale di Anchise, quando neppur sappiate qual’è la situazione dei vostri contemporanei e le operazioni dei diversi governi. « Nisi utile est quod facimus, stulta est gloria» questa massima mi veniva spesso ripetuta dal Cardinal mio Zio e vostro Pro-Zio,’ ed io non posso abbastanza inculcarla a voi. La prima utilità degli studi da voi fatti sia quella di essere di consola- zione e di delizia ai vostri eccellenti ed amantissimi genitori. Siate ilare, discorrete apertamente con loro, e confidate ad Essi tutte le vostre perplessità. Dove mai potete trovare amici migliori di loro? Oh se sape- ste cos’è l’amor di Padre e di Madre! Se sapeste come si trova l’uomo sensibile ed onesto, quando è lontano dalla Casa Paterna, voi non avre- ste perduto finora la fortunata occasione di render felici i vostri giorni