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venuto desiderio di poterne far pranzare i suoi cavalli; e si raccomanda a me, che ho conoscenti in molte parti, di trovargliene un poco di semente, e istruzione per coltivarla; qual natura di terreno ami; se voglia irrigazione; ec. Se nei terreni di vostro Padre, o di qualche vostro vicino è coltivata quest’erba; avvisatemene scrivendomi - a Vicenza, fermo in posta - e tanto basterà per ora. Del resto parleremo in Recanati. Vi do questa briga, come una distrazione utile a togliervi da tanta ecces- siva assiduità di studi. Ma la briga sarebbe troppa, se doveste perciò uscire di casa, o del vicinato; e allora non ve la dò. Addio, carissimo Giacomino: raccomandatemi al Signor Padre, e al fratello: e voglia- temi un gran bene; poiché io ve ne voglio tanto tanto. Addio mille volte.

131. A Pietro Giordani.
Recanati 25 Maggio [1818]

Mio Carissimo. Rispondo alle due vostre dei 22 del passato e dei 10 di questo. Io conosceva di nome l’Ab. Peyron, che volle sottoscrivere il suo articolo coll’Q. Se ci metteva anche l’A, non mi dava mica ad intendere che fosse un’Alpha et Omega. I suoi spropositi di greco sono in cose leggere, e non fanno gran gua- sto, ma a me paiono tanto più grossi quanto più sono triviali e fanciulleschi. Mi domandate se ho ricevuto l’opera del Monti, della quale, mi dite, è uscito /'altro dì anche il secondo tomo. Appunto una stampa uscita l’altro dì la debbo aver già ricevuto io, che aspetto un piego spedito da Milano il Decembre pas- sato, e un altro spedito l’Agosto l’ho ricevuto poco fa. L’opera del Monti nè pure l’ho commessa, e mio padre ha rotto ogni commercio collo Stella,1 e io qui comincerei la solita canzone con rabbia mia e tedio vostro: ma nell’ultima Lettera mi pare di vedervi allegro, e voglio essere allegro anch’io. Dal Perticari con tutto il giudizio del Monti e del Mustoxidi e del Rosmini e vostro, vedete che temerità, disconvengo in certe opinioni, non dico fondamentali ma sostanziali; quanto però le ho potute vedere o argomentare dai giornali, non avendo avuto il Trat-