sospiro di vedervi, e di potervi guarire. Crediatemi che si guarisce di
gran mali: e io l’ho provato. Ricordate la mia servitù al Signor Padre,
e al fratello. De’ Colombini non so perchè il Cesari non li abbia man-
dati al libraio che gl’indicai: ma è un pezzo che non mi scrive. Addio,
amatissimo e desideratissimo giacomino: crediatemi che vi amo con
tutto il cuore. Addio.
Pregiatmo Sig.
Ricevute finalmente le sue preziose operette, le scrivo p[er]
fare io stesso quello che ho già pregato il nostro Giordani di fare
in nome mio, e ringraziarla così della memoria che conserva di
me, come dello stesso dono, nel quale massimamente m’è stata
cara la sua Difesa del Frontone dove con tanta dignità e forza
si schermisce da quei cani stranieri.1 Io pfer] me domanderei
volentieri al Sig.' Niebuhr perchè mai stimando Frontone,
com’egli dice, uno Scrittoraccio vile e da nulla, si sia scomo-
dato a curarlo, e fasciargli, secondoch’egli scrive, le piaghe, con
applicarci quelle sue chiarate che in vece erano vescicatorii. Ei
non potrebbe negare che in questo modo non si sia dimostrato
vero e schietto pedante facendo p[er] un libro antico quello che
avrebbe deriso in chiunque, trovata qualche operaccia moderna
male stampata, ci avesse faticato sopra p[er] correggerla e farla
ristampare. Ma più tosto si dee dire che si sia portato peggio
che da pedante, perchè quando un pedante suda sopra un’o-
pera cattiva, o non vede quello che gli altri vedono, e si per-
suade che quella che non vale a niente, vaglia a qualche cosa;
o anche, persuaso che non vaglia, si sforza di persuadere agli
altri che vaglia; o alla più trista non confessa quello che è. Pigliarsi
poi formalmente l’assunto di provare che quella tale opera non
abbia nessun pregio, dire in sostanza a chiare note: «eccovi o
lettori un libro immeritevole che voi gli diate un’occhiata, il