Le ritorno i complimenti di mio Zio, e le debbo anche i saluti
della Contessa Mazzagalli che me n’ha incaricato spontaneamente.
Mi conservi la sua padronanza, e mi creda desideroso de’
suoi comandi
Suo Dmo Obblmo S.rc Giacomo Leopardi |
Recanati 6 Febbraio 1818
Mio Caro Giacomino. Dopo la metà del mese partirò di qua; e stato
alquanto a casa, me n’andrò da mio fratello. In questo intervallo che
ci rimane ancora al vederci, se vi occorresse di scrivermi, sarà più sicuro
che dileggiate a Piacenza; che non si smarriranno le lettere, o ivi fer-
mandosi, o ivi imparando ove mi possano trovare. Vi ripeterò quanto
vi scrissi nell’ultima.1 O in Milano, o in Piacenza voglio fare stam-
pare un libretto delle vostre composizioni; le quali così unite vi faranno
più diffuso e più durabile onore. Pensate intanto a raccoglierle, e acco-
modarle al vostro modo: che quando sarò costì ne parleremo, e dispor-
remo la cosa alla esecuzione. E un pezzo che non ho vostre lettere:
non vorrei che foste vinto dalla malinconia. Fatevi coraggio. Nè guai
di corpo, nè guai di animo sono mancati a me: e nondimeno soppor-
tando ho passato le burrasche, e sono giunto a un lido, se non molto
ameno, pur sicuro e tranquillo. Or voi avete tante migliori condizioni;
non vi abbandonate. A rivederci, forse in Luglio, o al più tardi in Ago-
sto. Conservatevi ben sano, e ben affezionato al vostro affezionatis-
simo giordani. Addio caro Giacomino, addio.
Mio carissimo giacomino. Vorrei che per un poco di tempo voi ave-
ste meno ingegno e meno eloquenza; acciocché meno di forza avesse