luogo del Capo 14: auXXa(3óvxei; otùxòv ec. sino a ciuffare: perchè
ripigliata la lettura dei greci, ho veduto primieramente che auX-
Xa[i.(3àveiv per comprehendere, ama di starsi col suo caso da sè,
e questo lo sapeva anche prima; e in oltre che todelv (e così i
suoi composti) ricevono facilmente dopo di sè una preposizione
col suo caso. Luciano, Dial. de’ morti, Antistene, Diogene e Crate:
xaì £7Ù Tpàxr]Xov cò^oùvxo? xoù ’EpfxoO: il qual luogo è gemello
di quel di Dionigi. Sì che convengo in tutto e per tutto col Mai.
Perchè avete lasciato di scrivermi, o carissimo? V’ha forse
dispiaciuto qualche cosa nell’ultima mia? Se così è, già sapete
di certo ch’ella dispiace molto meno a voi che a me; ma io non
so che cosa possa essere stata: questo so, che nè voi senza ragione
adirarvi, nè io se non contro il volere e l’opinione mia v’ho potuto
offendere. Ma non perdonerete voi un primo fallo o anche un
terzo o un quarto ad un amico? e ad un amico come son io?
e un fallo poi senza dubbio involontario, poiché nè pure con-
getturando posso conoscere nè come nè se io abbia fallato. Ma
se anche volete punirmi, punitemi altrimenti che col silenzio,
e non vogliate usare con me l’estremo del rigore. M’abbando-
nerete anche voi così solo e abbandonato come sono? E quando
ho bisogno di conforto p[er] sostenere questa infelice vita, voi
seguitando a tacere, seguiterete a sconfortarmi infinitamente
come fate? O vi sono improvvisamente uscito dalla memoria,
ed è possibile che vi siate scordato affatto di uno il quale sapete
che se morendo potrà ricordarsi, morendo si ricorderà di voi?
O c’è forse qualche altra ragione del vostro silenzio? Per amor
di Dio, scrivetemelo, e subito: e qualunque cosa e comunque
sia, scrivetemi, e fatelo come vi piace, che purché mi scriviate,
sarò contento.