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luogo del Capo 14: auXXa(3óvxei; otùxòv ec. sino a ciuffare: perchè ripigliata la lettura dei greci, ho veduto primieramente che auX- Xa[i.(3àveiv per comprehendere, ama di starsi col suo caso da sè, e questo lo sapeva anche prima; e in oltre che todelv (e così i suoi composti) ricevono facilmente dopo di sè una preposizione col suo caso. Luciano, Dial. de’ morti, Antistene, Diogene e Crate: xaì £7Ù Tpàxr]Xov cò^oùvxo? xoù ’EpfxoO: il qual luogo è gemello di quel di Dionigi. Sì che convengo in tutto e per tutto col Mai.

115. A Pietro Giordani.
Recanati 13 Feb.° 1818

Perchè avete lasciato di scrivermi, o carissimo? V’ha forse dispiaciuto qualche cosa nell’ultima mia? Se così è, già sapete di certo ch’ella dispiace molto meno a voi che a me; ma io non so che cosa possa essere stata: questo so, che nè voi senza ragione adirarvi, nè io se non contro il volere e l’opinione mia v’ho potuto offendere. Ma non perdonerete voi un primo fallo o anche un terzo o un quarto ad un amico? e ad un amico come son io? e un fallo poi senza dubbio involontario, poiché nè pure con- getturando posso conoscere nè come nè se io abbia fallato. Ma se anche volete punirmi, punitemi altrimenti che col silenzio, e non vogliate usare con me l’estremo del rigore. M’abbando- nerete anche voi così solo e abbandonato come sono? E quando ho bisogno di conforto p[er] sostenere questa infelice vita, voi seguitando a tacere, seguiterete a sconfortarmi infinitamente come fate? O vi sono improvvisamente uscito dalla memoria, ed è possibile che vi siate scordato affatto di uno il quale sapete che se morendo potrà ricordarsi, morendo si ricorderà di voi? O c’è forse qualche altra ragione del vostro silenzio? Per amor di Dio, scrivetemelo, e subito: e qualunque cosa e comunque sia, scrivetemi, e fatelo come vi piace, che purché mi scriviate, sarò contento.